In quel di Radda, ieri c'ero anch'io...tra panzoni buontemponi inglesi e tedeschi, incuranti dei 25° all'ombra e del sole a picco, che come delle sputacchiere si imbibivano di riserve barriccate, e ragazze con gonne svolazzanti saltavano di rosato in rosato.
Come ci si fa un'idea dell'annata e di una ventina di produttori di Radda? Innanzitutto si tirano fuori 15 eurini a chiorba (e li la mente ritorna a Terre di Toscana in Versilia, allo stesso prezzo, ma con un centinaio di produttori di pregiate bottiglie).
Poi si passa tra i banchini, cercando di farsi un'idea dei rossi, serviti a temperatura ambiente.
Si vuol comprare? Niente paura, nelle enoteche si fanno i prezzi franco cantina. Qualche esempio? Montevertine 30 euro, Pergole 70, Monteraponi base 2012 15 euro..
Conferme, se ci sono state, sono sempre le solite: Montevertine stacca tutti, e tra i base, mi sono piaciuti Monteraponi 2012 (che non ha portato né rosato né i cru), e Castello di Radda.
Note dolenti? Per me le molte aziende che si incaponiscono a buttare del merlot o del cabernet nel Chainti Classico, ma la colpa è del disciplinare che lo permette, e l'uso di legni piccoli a scapito delle grandi botti.
Ma l'apoteosi dell'assurdo l'ho trovata a Brancaia.
Oltre al taglio bordolese a sfalcio cabernet, l'imperdibile "Tre" con tre vitigni mescolati tra le tenute in Chianti e l'azienda in Maremma!!
Ma il colmo è sul Chianti Classico: oltre le barrique, oltre i borolesi buttati dentro, si fa un blend tra le uve raccolte e vinificate a Castellina e quelle raccolte e vinificate a Radda.
Chiedo spiegazioni, e questa è la risposta: siamo un'azienda bordolese nell'impostazione e borgognona per le vinificazioni separate (e qui mi mordo la lingua per non ridere). L'intenzione è quella di creare un prodotto medio, meno influenzato dall'annata e dalle caratteristiche del territorio, e più con il marchio riconoscibile dello "stile Brancaia".
Sull'ultima frase invece cala la tristezza... tra l'altro nel farmi assaggiare l'etichetta di punta, rimarcava come il vigneto Brancaia si trovi proprio sotto a quello "notissimo" del Siepi (vista la bella fine che si prepara a fare l'azienda dei Mazzei); e qui mi vengono in mente anche le ultime dichiarazioni di Jacopo Biondi Santi, su come fare il suo nuovo Brunello, alla faccia del nonno e del babbo che l'avevano pensata diversamente negli ultimi 100 anni.
Eeeh, chi ha il pane non ha i denti...