Messaggioda gianni femminella » 21 mag 2014 10:14
Non ne parla mai nessuno, io stesso ho accantonato i vini Maremmani per un periodo abbastanza lungo a favore di altri. Eppure durante lo scorso fine settimana ho fatto un giro a Maremma wine and food shire ( un nome che non condivido ) e ho assaggiato alcune cosette buone, per di più in un contesto piacevolissimo.
Più di un produttore si è dimostrato contrariato dalla scelta di tenere la manifestazione nel centro cittadino invece che presso le strutture fieristiche. Non sono in grado di giudicare, poiché mi sfugge il motivo per cui un operatore del settore dovrebbe evitare un contesto più "popolare" come questo. In effetti l'ambiente è molto animato e ci sono molti banchi di assaggio e vendita di formaggi e salumi Maremmani. Tra le altre cose ho pensato che uno straniero in visita a Grosseto sabato avrebbe avuto seri problemi a non avere la tentazione fare scorta massiccia di prodotti alimentari da portare in patria.
In calendario c'erano svariati laboratori tenuti presso la sede della camera di commercio. Io ho partecipato solo ad una piccola verticale di rossi, perfettamente organizzata. Iniziata in orario, in una sala accogliente, pubblico educato e silenzioso ( nonostante fossimo, penso, una ottantina di persone ), relatori bravini, calici forniti, servizio dei ragazzi dell'istituto alberghiero... bravi tutti.
Cinque i vini:
Il primo; Magico IGT Toscana 2012 - La Magia, semplice e piacevole. Con il ragionevole dubbio che sia stato messo apposta per fare risaltare maggiormente quelli che seguivano tanto sarebbe stato il divario.
Con il secondo si comincia a fare più sul serio. Barbicato Morellino di Scansano DOCG 2011 - Alberese. Dubito fortemente sulla tenuta nel tempo. Secondo me da bere ora e anche alla svelta, ad ogni modo profumi di liquirizia e ciliege sotto spirito, in bocca una buona acidità con un finale amaricante. Abbastanza complesso, nel suo genere. Per far capire da dove provenga questo vino aggiungo che la tenuta di Alberese conta ben 4600 ettari di estensione, per la maggior parte bosco e pineta, un vero paradiso della natura in prossimità del mare. Se non ci siete mai stati non mancate.
Via con Monteregio di Massa Marittima DOC 2010 - Conti di san Bonifacio. Profumi freschi, poi tabacco e spezie, entra pieno ed equilibrato, caldo e solare. Niente male.
Etrurio Morellino di Scansano DOCG 2009 - Podere Castellaccia; questo mi ha portato dritto nel Chianti classico. A posteriori ho scoperto che l'uvaggio effettivamente è a base di sangiovese, ciliegiolo, canaiolo, malvasia nera. Profumi di spezie, Tannino in evidenza e giusta maturità. Bell'equilibrio in bocca, invitava a bere ( infatti ne ho acquistata qualche bottiglia e riconfermato a casa la bella impressione ). La stessa azienda ha una tipologia riserva, si chiama "Castellaccia" che ho in seguito assaggiato al banco; non ho nessuna nota ma ho preferito il fratellino minore.
Montecucco Sangiovese riserva DOC 2009, Perazzetta. Colore giovanile, profumi di spezie e di frutta sotto spirito, acidità spiccata bilanciata dalla morbidezza. Sembra poter reggere bene anche in futuro. Buono.
Note di merito a una delle poche aziende che qualche rara volta si nominano qui sul forum: Poggio Argentiera. Ho assaggiato il Bucce IGT Maremma 2012, un bianco a base di Ansonica vinificato in maniera tradizionale; si presenta torbido, leggermente tannico, dal sapore deciso; sarei curioso di provarlo in abbinamento. Poi il Ciliegiolo DOC Maremma "Principio" 2011 Antonio Camillo ( credo sia l'enologo aziendale che propone una linee propria ) immediato ma non semplice, nient'affatto morbido come ci si potrebbe aspettare, anzi parecchio sul sapido. E soprattutto il ciliegiolo DOC 2013 "Vallerana alta" sempre a marchio Antonio Camillo, questo davvero bello con tannini fini e un bel corpo, che fa dimenticare l'uvaggio ( va detto che proviene da vigne di 50 anni ): vorrei spendere qualche parola in più su questo vino, ma anche in questo caso non ho preso nessuna nota e piuttosto che inventare preferisco attenermi quel po' che ricordo. Comunque buono davvero, il campione indiscusso della giornata. Per ultimo il Capatosta Morellino di Scansano riserva DOCG 2011 ( ? ) molto cambiato rispetto al passato. Ero stato così colpito dalla personalità del Vallerana che ho finito per berlo un po' distrattamente. Direi comunque un vino pieno ed equilibrato e dal bel frutto, che ha poco a che fare con il vecchio stile "masticabile".
Di Montauto ho assaggiato il Tiburzio IGT Maremma, in passato composto da sangiovese e alicante, attualmente, pur conservando il nome è diventato un merlot in purezza; nessuna concessione alla piacioneria, una bella speziatura e una certa eleganza nonostante l'uvaggio.
Amiata Vini, con due sangiovese in purezza; il Lavico Montecucco DOC 2011 che tradisce positivamente, a me così è parso, il terreno da cui proviene, e il Cenere Montecucco riserva DOC 2010 che a centesimi forse otterebbe un punteggio più alto, ma nel contempo non dimostrava la personalità del fratello minore ( il Lavico ). Bei vini corretti e insoliti per la zona.
Castiglione IGT Maremma di Cacciagrande ( syrah, merlot petit verdot )... boh? A fine assaggi non me lo ricordo, di sicuro fa legno piccolo. Mi era piaciuto, ma non sono in grado di mettere note. Ne comprerò una bottiglia e i prossimi giorni colmerò la mancanza.
Ho saltato Collemassari di cui avrei voluto assaggiare la riserva e Podere 414 dei quali in seguito un conoscente ( AIS ) mi ha confermato la validità.
Spero che queste poche righe siano occasione e stimolo per qualcuno di voi di sperimentare vini che non conoscete e che forse possono regalare piccole soddisfazioni.
Alla fine non voglio parlare solo di vino; mi interessa anche l'aspetto della valorizzazione del territorio. Di contorno al vino ( o viceversa? ) ho apprezzato moltissimo la cornice cittadina. Un bel sabato pomeriggio di maggio, centro pedonalizzato ben tenuto, molta gente e molti giovani ( più o meno interessati al vino ), sole, tavoli di ristoranti apparecchiati per strada, benessere... Sono le occasioni in cui sento rinascere un po' di orgoglio per questo paese che dovrebbe imparare a valorizzare l'immenso patrimonio di cui dispone. Ripeto, non so se una fiera vinicola debba stare tra le mura di un quartiere fieristico o meno; però io sabato me la sono proprio goduta.
un saluto a tutti
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
Rutilio Namaziano, de reditu