La Maremma dimenticata

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paperofranco
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda paperofranco » 28 mag 2014 12:08

miccel ha scritto:Per chiarire meglio, aggiungo solo due paragoni tarati su me stesso. A me piace, per quanto mi è possibile, bere dei buoni village della Cote du Rhone, pur sapendo che in zona Rodano c'è di molto meglio, perché non sempre ho voglia di vini importanti. Ancora (Loira): ogni tanto al pesce abbino dei Muscadet, e ci godo parecchio, il che non inficia la mia opinione riguardo alle potenzialità superiori degli chenin e dei sauvignon. In entrambi i casi riesco a trovare cose buone, fatte con cura e competenza, intorno ai 10 euro (locali). Sono forse io accecato dall'esterofilia? Perché sulla costa toscana mi dovrei rassegnare (salvo eccezioni direi rare) a non trovare cose del genere? Io ci continuo a sperare. E poi, secondo me, con un po' più di coraggio ed “effervescenza culturale” si potrebbe anche andare oltre, prima o poi salterebbe fuori anche qualcosa di notevole.


Concordo sui concetti di fondo dei due post.
L’area del morellino, a mio avviso, ha risentito della ventata “concorso enologico” anni ’90, come tutta la Toscana, più o meno. Quindi, sono nate le caricature, com’era inevitabile che accadesse. Purtroppo è una casistica frequente, quando si crea un mix micidiale di “produttore un po’ troppo ambizioso/enologo spregiudicato”. Basterebbe avere la consapevolezza di quello che si può fare e di quello che non si può fare. Se sei un produttore di Langa, proprietario di vigne di nebbiolo nel cru Brunate, con esposizione pieno sud, direi che hai quasi l’obbligo di fare(o almeno provarci) un grande barolo, un vino importante, di struttura e atto ad un lungo invecchiamento. Se invece hai un pezzo di sangiovese da morellino vicino al mare, ma anche sulle colline di Scansano, devi semplicemente accontentarti di fare un vino immediato, divertente, piacevole, di pronta beva, che se fatto bene e buono, avrà la stessa dignità del barolo di cui sopra.
So che molti penseranno che sono matto, ma io non vorrei bere monfortino tutti i giorni neanche potendomelo permettere, davvero, non sto scherzando. Sono convinto che i vini “più semplici” siano molto spesso dei migliori compagni di tavola, rispetto ai grandissimi vini.
Di cose buone sulla costa toscana, parlando anche solo di bianchi, secondo me non è facile trovarne.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda piergi » 28 mag 2014 13:01

C'è da aggiungere un dato economico/agronomico. La maggior parte di queste aziende vitivinicole sono nate fra la metà degli anni 90 e i primi del 00. Quando le condizioni climatiche erano abbastanza differenti, tanto è vero che parecchie aziende chiantigiane hanno investito in maremma per garantirsi un sangiovese sempre maturo (le malelingue potrebbero pensare che abbiano investito per autoprodursi roba che prima compravano a cisterne), e quindi anche le vigne sono state impiantate con esposizioni, sesti e cloni che indirizzavano a un certo tipo di vino "masticone" che allora era in auge e che ora non va più.
Ma i tempi dell'agricoltura non sono quelli del mercato, sono ben più lenti.

Nb
Mi sono sovvenute altre due aziende chiantimaremmane, nittardi e brancaia......praticamente tutte le aziende seguite da Ferrini!! :D
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda vinogodi » 28 mag 2014 13:50

paperofranco ha scritto:...So che molti penseranno che sono matto, ma io non vorrei bere monfortino tutti i giorni neanche potendomelo permettere, davvero, non sto scherzando. .

... come ti capisco... pure io , anche se potessi, non berrei mai quotidianamente a tavola né il Montrachet di Leflaive , né La Tache, nè il MUsigny di Leroy ... e infatti, sto scrivendo di nascosto dal manicomio di Colorno...Immagine..
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda paperofranco » 28 mag 2014 14:53

vinogodi ha scritto:
paperofranco ha scritto:...So che molti penseranno che sono matto, ma io non vorrei bere monfortino tutti i giorni neanche potendomelo permettere, davvero, non sto scherzando. .

... come ti capisco... pure io , anche se potessi, non berrei mai quotidianamente a tavola né il Montrachet di Leflaive , né La Tache, nè il MUsigny di Leroy ... e infatti, sto scrivendo di nascosto dal manicomio di Colorno...Immagine..


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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda Alberto » 28 mag 2014 15:29

miccel ha scritto:Il confronto con le aree più vocate della Toscana, lo penso anch'io, è profano. Il problema secondo me è un altro, e cioè che il Morellino dovrebbe essere, generalmente e non occasionalmente, declinato secondo quella che è - o almeno a me pare - la sua natura: un sangiovese “marittimo”

Occhio però di non fare la semplificazione Maremma = Morellino solo perché rispetto alle altre DOC il volume produttivo è molto superiore, ho presente alcune espressioni del Montecucco quasi "di montagna" che non hanno tanto a che vedere con il carattere marittimo, ricordo ad esempio un eccellente sangiovese Marracone dell'azienda La Poderina di Montegiovi che pareva un ottimo Brunello zona nord (con 13% di alcol)..

E c'e da considerare anche il ciliegiolo in purezza (quelli di Sassotondo, ad esempio).
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda gianni femminella » 30 mag 2014 11:21

Alberto ha scritto:
miccel ha scritto:Il confronto con le aree più vocate della Toscana, lo penso anch'io, è profano. Il problema secondo me è un altro, e cioè che il Morellino dovrebbe essere, generalmente e non occasionalmente, declinato secondo quella che è - o almeno a me pare - la sua natura: un sangiovese “marittimo”

Occhio però di non fare la semplificazione Maremma = Morellino solo perché rispetto alle altre DOC il volume produttivo è molto superiore, ho presente alcune espressioni del Montecucco quasi "di montagna" che non hanno tanto a che vedere con il carattere marittimo, ricordo ad esempio un eccellente sangiovese Marracone dell'azienda La Poderina di Montegiovi che pareva un ottimo Brunello zona nord (con 13% di alcol)..

E c'e da considerare anche il ciliegiolo in purezza (quelli di Sassotondo, ad esempio).


Sulla parentela di alcuni vini Maremmani, di "montagna" come dici tu, con il Brunello mi trovo d'accordo.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda miccel » 27 gen 2015 20:34

Villa Patrizia – Morellino di Scansano Riserva “Le Valentane” 2006
E’ un vino che unisce al lato caldo e maturo da sangiovese-sud un qualcosa di più cupo, ferroso, di sangue e una marcata nota di pelliccia e di selvatico. E’ buono, forse non è scioltissimo, ma mostra un’ampiezza e una complessità che fa capire da subito di avere di fronte un sangiovese di buon livello (non solo nell’ambito dei morellini, intendo). Appena un po’ invadente il legno, ma nell’insieme il vino lascia un’impressione di veracità senza rozzezza.
Ammetto di avere una simpatia per quest’azienda perché ho sempre sentito qualcosa di buono e di vero nei loro vini (anche in quelli un po’ sgraziati -com’è spesso il montecucco riserva-), più che in tante altre realtà maremmane. Pure se, purtroppo, non ha mai fatto il definitivo salto di qualità.
Non sono aggiornato sugli sviluppi recenti e mi metto a leggere la Guida Espresso: sembra di capire che per le prossime annate ci si possa attendere una riconversione stilistica; se è così, c'è da sperare che vada nel senso di una mano un po’ più leggera (il rovere e la potenza sono talora un po’ fuori misura) perché qui secondo me ci sono i presupposti per qualcosa di buono.

Val di Toro – Morellino di Scansano Reviresco 2012
Bevuto a una trattoria in zona, siamo su un vino più semplice (ma non esile) che coniuga bene la rotondità fruttata con una giusta tensione e freschezza, e sta bene col mangiare, è gustoso. Si avvicina abbastanza alla mia idea di morellino-base, anche se forse è privo di un guizzo di originalità, però forse alla fine sono un rompipalle io, perché bere così a 10 euro ci si può stare. Condivido il giudizio di 16/20 della Espresso.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda miccel » 18 gen 2016 13:16

Roccapesta - Calestaia Morellino di Sc. Ris. 2009

Sangiovese in purezza da singola vigna del 1974; viene affinato in botti di legno da 2500 litri ed è buono.
Davvero interessante: potente, ampio, caldo, ma ricco di sfumature del tipo boscoso-umido e capace di scivolare via fra i tannini in bocca, e in pancia, con la chiusura bella, amara e lunga dove forse l'alcol marca un po' troppo (ma siamo in Maremma nel 2009). È un vino che rompe gli schemi usuali della zona, sembra coniugare la morbidezza con un timbro austero e non dà mai l'idea della banalità, non insegue l'inutile (e ormai anche fuori moda) cliché muscolar-internazionale, né fa il verso ai Sangiovese della Toscana più interna, ma batte una strada che secondo me è giusta per la Maremma, quella che porta a vini caldi e mediterranei che non rinunciano però alla bevibilità e alla complessità e sono diversi da quelli di altri posti.
Ora, io ho sentito solo quest'annata (altre cose però di questo produttore), ma leggo bene, se non meglio, delle successive, e mi sento di invitare caldamente chi ama il Sangiovese a provare questo vino.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda stecca » 18 gen 2016 22:51

quale considerate come riferimento per la tipologia morellino?
a me piace molto quello dei botri di ghiaccioforte...
Erano spesso presenti ai vari Agazzano e viniveri, ma da qualche anno a questa parte non vengono più..quindi non ho assaggi recenti. Qualcuno che li ha seguiti ne sa qualcosa?
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda gianni femminella » 18 gen 2016 23:08

stecca ha scritto:quale considerate come riferimento per la tipologia morellino?
a me piace molto quello dei botri di ghiaccioforte...
Erano spesso presenti ai vari Agazzano e viniveri, ma da qualche anno a questa parte non vengono più..quindi non ho assaggi recenti. Qualcuno che li ha seguiti ne sa qualcosa?


Ci vorrebbe Gallia. Lui è ferrato.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda yotamoteuchi » 19 gen 2016 15:50

stecca ha scritto:quale considerate come riferimento per la tipologia morellino?


Mio personalissimo giudizio, dopo averne assaggiati tanti, non ne ho trovati di migliori rispetto a quello di Roccapesta.
Sicuramente non li ho assaggiati tutti e magari mi mancano proprio i "migliori", però che ti devo dire...
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda miccel » 10 feb 2016 18:40

Amiata Vini – Montecucco Sangiovese Riserva “Cenere” 2009
Sangiovese in purezza proveniente da terreni che hanno composizione lavica.
Il vino è sensibilmente diverso dagli altri montecucco: ha un carattere minerale-ferroso un po' cupo, è abbastanza corposo e maturo ma poco dolce e senza aggressività al palato, mentre il classico “rilancio finale” salato-aspro del sangiovese è accompagnato da una nota, appunto, ferruginosa che lo rende molto gradevole. Continua a migliorare fino a fine bottiglia. Questo per me è un vino buono.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda gallia » 11 feb 2016 16:35

miccel ha scritto:Amiata Vini – Montecucco Sangiovese Riserva “Cenere” 2009
Sangiovese in purezza proveniente da terreni che hanno composizione lavica.
Il vino è sensibilmente diverso dagli altri montecucco: ha un carattere minerale-ferroso un po' cupo, è abbastanza corposo e maturo ma poco dolce e senza aggressività al palato, mentre il classico “rilancio finale” salato-aspro del sangiovese è accompagnato da una nota, appunto, ferruginosa che lo rende molto gradevole. Continua a migliorare fino a fine bottiglia. Questo per me è un vino buono.

E hai ragione. Azienda troppo poco considerata secondo me. Buona tutta la gamma.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda gianni femminella » 12 feb 2016 12:49

miccel ha scritto:Amiata Vini – Montecucco Sangiovese Riserva “Cenere” 2009
Sangiovese in purezza proveniente da terreni che hanno composizione lavica.
Il vino è sensibilmente diverso dagli altri montecucco: ha un carattere minerale-ferroso un po' cupo, è abbastanza corposo e maturo ma poco dolce e senza aggressività al palato, mentre il classico “rilancio finale” salato-aspro del sangiovese è accompagnato da una nota, appunto, ferruginosa che lo rende molto gradevole. Continua a migliorare fino a fine bottiglia. Questo per me è un vino buono.


E questa è una bella espressione.

E' un assaggio che avevo segnalato a inizio argomento. Memore di alcune bottiglie bevute un paio di anni prima, in occasione di Maremmawineshire ero andato al banco dell'azienda quasi certo di bere qualcosa di rimarchevole e così è stato. Peccato che nel 2015 l'edizione dela fiera non si sia tenuta. Se tanto mi dà tanto anche quest'anno...
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda miccel » 20 ott 2016 08:56

ANTONIO CAMILLO – Maremma Toscana Doc Ciliegiolo Vigna Vallerana Alta 2014.(13 gradi).
Sobrio, pulito, fresco. In mezzo a qualche sentore alcolico (piacevole) entra piano piano il frutto (fragola, ciliegia) insieme a una tocco speziato; poi toni amari e salati, ma il vino non è duro, anzi è dotato di una speciale, delicata morbidezza. Il secondo giorno è più aperto e il frutto sembra più scuro e più dolce, con note finali amare di cacao. E’ più buono del primo giorno e non stufa mai. E’ un vino che si spande in bocca gradualmente, con finezza, molto buono e fuori da ogni banalità.
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Re: La Maremma dimenticata

Messaggioda miccel » 23 ott 2017 21:38

Messaggioda paperofranco » 22 ott 2017 16:37
Morellino di Scansano 2016 Antonio Camillo.
[b]Il ciliegiolo non mi è mai piaciuto[/b], giustamente, ma questo è davvero buono. Succoso e gastronomico, con un bel frutto in eviidenza, non privo di una certa complessità. Tipologia che non sentivo da tantissimo tempo. Assolutamente da provare.

A convincerti non ci provo nemmeno, ma dico che, pur non essendo neppure io un appassionato di ciliegiolo, il suo Vallerana Alta mi piace molto.
Per completare il panorama-Camillo, aggiungo che il Cilegiolo Principio, che spesso trovo un po’ anonimo, sulla 2016 mi è sembrato buono (anche se l’ho assaggiato questa estate ed era ancora troppo “fresco”), e che il Vermentino 2016 era meglio del 2015. Discorso a parte per il nuovo Toscana igt bianco 2015 (prima uscita) a prevalenza procanico, da vigne almeno in parte vecchie in zona Pitigliano: è piaciuto molto ad alcuni amici, io per ora ho sospeso il giudizio, lo voglio risentire più avanti. Dei due “Tutti i giorni” ho sentito il bianco, ed era buono.

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