miccel ha scritto:Per chiarire meglio, aggiungo solo due paragoni tarati su me stesso. A me piace, per quanto mi è possibile, bere dei buoni village della Cote du Rhone, pur sapendo che in zona Rodano c'è di molto meglio, perché non sempre ho voglia di vini importanti. Ancora (Loira): ogni tanto al pesce abbino dei Muscadet, e ci godo parecchio, il che non inficia la mia opinione riguardo alle potenzialità superiori degli chenin e dei sauvignon. In entrambi i casi riesco a trovare cose buone, fatte con cura e competenza, intorno ai 10 euro (locali). Sono forse io accecato dall'esterofilia? Perché sulla costa toscana mi dovrei rassegnare (salvo eccezioni direi rare) a non trovare cose del genere? Io ci continuo a sperare. E poi, secondo me, con un po' più di coraggio ed “effervescenza culturale” si potrebbe anche andare oltre, prima o poi salterebbe fuori anche qualcosa di notevole.
Concordo sui concetti di fondo dei due post.
L’area del morellino, a mio avviso, ha risentito della ventata “concorso enologico” anni ’90, come tutta la Toscana, più o meno. Quindi, sono nate le caricature, com’era inevitabile che accadesse. Purtroppo è una casistica frequente, quando si crea un mix micidiale di “produttore un po’ troppo ambizioso/enologo spregiudicato”. Basterebbe avere la consapevolezza di quello che si può fare e di quello che non si può fare. Se sei un produttore di Langa, proprietario di vigne di nebbiolo nel cru Brunate, con esposizione pieno sud, direi che hai quasi l’obbligo di fare(o almeno provarci) un grande barolo, un vino importante, di struttura e atto ad un lungo invecchiamento. Se invece hai un pezzo di sangiovese da morellino vicino al mare, ma anche sulle colline di Scansano, devi semplicemente accontentarti di fare un vino immediato, divertente, piacevole, di pronta beva, che se fatto bene e buono, avrà la stessa dignità del barolo di cui sopra.
So che molti penseranno che sono matto, ma io non vorrei bere monfortino tutti i giorni neanche potendomelo permettere, davvero, non sto scherzando. Sono convinto che i vini “più semplici” siano molto spesso dei migliori compagni di tavola, rispetto ai grandissimi vini.
Di cose buone sulla costa toscana, parlando anche solo di bianchi, secondo me non è facile trovarne.