FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

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davidef
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 05 nov 2013 10:13

Sir Panzy ha scritto:
Ti faccio una domanda da maniaco a maniaco dei bicchieri:
quando ho visto la foto degli zalto sono caduto per terra...
davvero trovi che sia il bicchiere migliore?
Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di assaggiare la DRC al completo, e questo te lo dico perchè hai specificato sul fattore "spanciata+drc giovanissimi"
ma, imho, riedel grandcru batte ogni altro bicch nelle giovani leve borgognotte.
Cosa ne pensi?



ciao, non so dirti se Zalto sia il bicchiere migliore, è molto bello, finissimo, elastico, lo propongono come robustissimo schiacciandolo tra le dita fino a fare impressione o flettendone il gambo, certo che tattilmente sulle labbra finchè bevi è un gran vetro

della linea loro i bicchieri per Borgogna classici per me aprono troppo, sono delle secchie, scenografici ma dispersivi, in genere preferisco il bicchiere da Bordeaux perchè lo trovo più lento nel svelare un vino, nel contesto ho apprezzato la scelta proprio per il tipo di vino molto stratificato al naso, un bicchiere con volume troppo grande o con sezione superiore troppo bassa per me disperde le sfumature più delicate dando voce solo alla materia olfattiva "grossa" mentre questo alzava in modo costante il vino permettendone uno sviluppo graduale....so benissimo che sono pippe per la maggior parte dei beventi ma per me sono sfumature interessanti :oops: e ritengo da sempre che si ponga troppo poca attenzione al tipo di bicchiere scelto che dovrà essere in linea con il proprio modo di degustare oltre che con il vino

diciamo che userei bicchieri diversi solo per vini di sezione più ampia o più bassi dove c'è meno saturazione e quindi serve un filo di doping olfattivo con grandi volumi d'aria

Riedel poi son sempre là e come costi questi Zalto a listino sono una mazzata a meno che non sei amico dell'importatore ed allora i prezzi calano, i bicchieri sono comunque molto scenografici e a livello tattile (per me importante) godibilissimi, mi dicono comunque che esiste una seconda scelta Riedel a prezzi oggi molto interessanti e da valutare...
Sir Panzy
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda Sir Panzy » 05 nov 2013 11:16

anche per me sono sfumature interessanti :wink:

partendo dal presupposto che tra ottimi bicchieri (vedi riedel, zalto) entra poi in gioco il gusto personale.
Zalto è senza ombra di dubbio il bicchiere più bello tra i due. Forma, peso, stelo e sensazione tattile al massimo possibile.

Io sono per riedel, forse anche perchè ho conosciuto il camerata :lol: Giorgio Riedel ed ho avuto la fortuna di assaggiare con lui lo stesso vino (era un barabresco ris) in 14 bicchieri diversi ed avere spiegazioni tecniche per ogni bicchiere (tra l'altro ritrovandole poi in pratica davanti al naso :wink: )
"Amicizie" a parte bisogna dire che riedel è stato il primo (e l'unico) a studiare i bicchieri specifici per varietà, con corrispondenze tra l'assurdo e il pazzesco. Un mio carissimo amico con la quale condivido quasi tutte le bevute casalinghe mi ha trasmesso la passione della "cultura del bicchiere" tanto che è già molti anni che assaggiamo lo stesso vino sempre in 2 o 3 bicchieri diversi..
insomma, non ho mai sentito "lavorare" così bene un bicchiere al di fuori dei riedel.
La vera differenza di Zalto è che sono ottimi bicchieri ed in più sono bellissimi pezzi di design. Quindi se ami anche la parte "estetica" del bicchiere zalto è imbattibile.

Riedel ha la liena restaurant (che in teoria è solo per gli operatori e non per la rivendita) con prezzi davvero davvero vantaggiosi, sono in "cristallino" e non cristallo, sono belli resitenti e costano 1/4 ma anche 1/5 di zalto. Se conosci qualche agente di G.distribuzione fatti girare un listino.

Ora la smetto, siamo OT è in questo post il T è davvero importante!! :mrgreen: :mrgreen:
Si può sognare una moltitudine di bevande, ma quando si ha veramente sete bisogna svegliarsi per bere. (F)
Gli specialisti dell'anti grillismo sono quasi + patologici dei grillini. (A.M)
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda paperofranco » 05 nov 2013 12:15

paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.


La ripropongo, mi sembrava una buona domanda.
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 05 nov 2013 12:30

paperofranco ha scritto:
paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.


La ripropongo, mi sembrava una buona domanda.



promesso che ti rispondo questa sera, ieri sera mi ero messo da casa ma il pc mi ha mangiato tutto ed oggi sono a pezzi e bocconi, tra 10 minuti esco e non ho materialmente tempo per articolare una risposta adeguata :roll:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 06 nov 2013 19:36

paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.



eccomi...giornate sempre incasinate, non capisco come sia che parto con un programma, lavoro di più del previsto e faccio metà delle cose se mi va bene...misteri... :x

provo ad essere sinteticamente poco banale tirando subito via dal mazzo Romanée-Conti e Montrachet, questi li riconosceresti in mezzo a mille per i livelli di potenza globale veramente sovrastante tutto se in grande annata, sul Montrachet magari ci può essere lotta con un prodotto ma con il Romanée-Conti la sensazione di vino pesante in bocca è unica del suo genere e comunque parliamo di una amplificazione sensoriale tale che se esiste altro così fatemelo conoscere che lo voglio assolutamente, quindi quà più che di singoli tratti parlerei di dimensione globale dei due vini monstre

del resto della gamma ritengo che siano abbastanza centrabili La Tache e Grands-Echézeaux, avvicinabili Richebourg ed Echezeaux, difficilmente inquadrabile R.S.V. e provo a spiegarmi

La Tache ha sempre presente una nota molto incenso/Thè verde/speziatura di testa e poi stratifica moltissimo ma la partenza in buona annata è quella, sempre riscontrata sia su vini all'uscita che su vini con qulache anno, a breve vorrei stappare un 1993 e potrebbe essere un bel banco di riscontro

G.E. per lo stesso motivo è il vino della linea che ha sempre tratti boschivi/marini ed un tannino di fondo che non è dleicatissimo come energia, è un Bourgogne "atipico" nella sua denominazione e globalmente, tra le cose importanti della zona (che frequento sempre meno quindi correggetemi se sbaglio) vini con questo imprinting così marcato non ne ricordo altri

Echézeaux giovane ha sempre un timbro di fragolina molto golosa e molto ricca, anche quà vale il concetto di amplificazione e quel timbro diventa facilmente stucchevole in altri vini quindi se lo becchi e regge fai 2+2 e potresti anche azzeccarla mentre Richebourg ha potenza virile sempre, mi manca il Richebourgh di Leroy (come molti altri loro vini) ma tra li altri io uno stampo così non lo ho manco mai avvicinati in grande annata quindi anche quà se sai che di Richebourg si tratta ci puoi arrivare come potresti arrivarci per forma del vino molto maschia però con un grasso ben diverso da quello del G.E., ritengo questi due comunque meno centrabili in breve tempo

R.S.V. invece, pur riconoscedone la grandissima eleganza, è sempre un vino per me un filo nebuloso che non offre attacchi diretti ma gioca più sulla cerebralità, questo ritengo sia non centrabile alla cieca a meno che tu non sia un bevitore seriale da ripetuti assaggi annui ed allora tutto può accadere ma come cru lo ritengo quello più sovrapponibile ad altro

sul Vosne-Romanée non mi esprimo, sul Corton le mie perplessità le ho invece già manifestate...i miei vicini di tavolo scommettevano sulla futura dimensione di questo vino, il Domaine se sceglie di mettere quella etichetta su una bottiglia sprovveduto non è, però io conitnuo a non essere convinto, ho 2 2009 e vedremo negli anni a venire cosa capiterà, spero di pentirmi di non averne preso quando potevo :D
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 06 nov 2013 19:41

davidef ha scritto:Immagine

alla fine si doveva pure mangiare qualcosa e per il bere c'era bisogno di uno stacco netto altrimenti sarebbe stato un dramma, cosa c'è di meglio di questo bel St. Julien per fare il tagliando alla appena ritirata annata 2010 ?

è un infanticidio lo so e non è mia prassi ma era appena arrivato al ristorante e la curiosità era alta, le aspettative sono state ben riposte con una bottiglia di stratificazione notevole per il livello del prodotto, molto sulla frutta in questa fase ovviamente ma con una bella dinamica in bocca, affinamento elegantissimo, bottiglia seducente nella sua gioventù ed approcciabile se uno vuol togliersi lo sfizio anche se il meglio lo darà mooolto più in là quando la complessità verra fuori su ben altri registri, comunque consiglio questa denominazione per approcciare l'annata lasciando assolutamente chiusi a chiave i Pauillac ed i Margaux

nel complesso gran riuscita per Leoville Barton, mi ricorda la 2000 appena uscita con il plus di assenza totale assenza di note vegetali verdi fastidiose anche minime, scarsissimi tratti pirazinici segno della maturazione perfetta, ricco senza strabordare, carnoso con garbo....un pochino mi vergogno... :oops: ....ma la bottiglia è andata :mrgreen: :mrgreen:


mi incuriosisce invece...nessuno ha coperto finora Bordeaux 2010 buoni ?

sto ultimando alcuni acquisti e mi piacerebbe qualche confronto/parere :roll:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda paperofranco » 06 nov 2013 22:08

davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.



eccomi...giornate sempre incasinate, non capisco come sia che parto con un programma, lavoro di più del previsto e faccio metà delle cose se mi va bene...misteri... :x

provo ad essere sinteticamente poco banale tirando subito via dal mazzo Romanée-Conti e Montrachet, questi li riconosceresti in mezzo a mille per i livelli di potenza globale veramente sovrastante tutto se in grande annata, sul Montrachet magari ci può essere lotta con un prodotto ma con il Romanée-Conti la sensazione di vino pesante in bocca è unica del suo genere e comunque parliamo di una amplificazione sensoriale tale che se esiste altro così fatemelo conoscere che lo voglio assolutamente, quindi quà più che di singoli tratti parlerei di dimensione globale dei due vini monstre

del resto della gamma ritengo che siano abbastanza centrabili La Tache e Grands-Echézeaux, avvicinabili Richebourg ed Echezeaux, difficilmente inquadrabile R.S.V. e provo a spiegarmi

La Tache ha sempre presente una nota molto incenso/Thè verde/speziatura di testa e poi stratifica moltissimo ma la partenza in buona annata è quella, sempre riscontrata sia su vini all'uscita che su vini con qulache anno, a breve vorrei stappare un 1993 e potrebbe essere un bel banco di riscontro

G.E. per lo stesso motivo è il vino della linea che ha sempre tratti boschivi/marini ed un tannino di fondo che non è dleicatissimo come energia, è un Bourgogne "atipico" nella sua denominazione e globalmente, tra le cose importanti della zona (che frequento sempre meno quindi correggetemi se sbaglio) vini con questo imprinting così marcato non ne ricordo altri

Echézeaux giovane ha sempre un timbro di fragolina molto golosa e molto ricca, anche quà vale il concetto di amplificazione e quel timbro diventa facilmente stucchevole in altri vini quindi se lo becchi e regge fai 2+2 e potresti anche azzeccarla mentre Richebourg ha potenza virile sempre, mi manca il Richebourgh di Leroy (come molti altri loro vini) ma tra li altri io uno stampo così non lo ho manco mai avvicinati in grande annata quindi anche quà se sai che di Richebourg si tratta ci puoi arrivare come potresti arrivarci per forma del vino molto maschia però con un grasso ben diverso da quello del G.E., ritengo questi due comunque meno centrabili in breve tempo

R.S.V. invece, pur riconoscedone la grandissima eleganza, è sempre un vino per me un filo nebuloso che non offre attacchi diretti ma gioca più sulla cerebralità, questo ritengo sia non centrabile alla cieca a meno che tu non sia un bevitore seriale da ripetuti assaggi annui ed allora tutto può accadere ma come cru lo ritengo quello più sovrapponibile ad altro

sul Vosne-Romanée non mi esprimo, sul Corton le mie perplessità le ho invece già manifestate...i miei vicini di tavolo scommettevano sulla futura dimensione di questo vino, il Domaine se sceglie di mettere quella etichetta su una bottiglia sprovveduto non è, però io conitnuo a non essere convinto, ho 2 2009 e vedremo negli anni a venire cosa capiterà, spero di pentirmi di non averne preso quando potevo :D


Sono un po' deluso, mi aspettavo qualcosa di significativo, tipo un alter-ego del cocomero monfortiniano, comunque grazie lo stesso........ :mrgreen:

Ovviamente sto scherzando :wink: . Non ho mai bevuto un vino del Domaine e può darsi che resti con la voglia. L'unica chance concreta che ho è su un Echezeaux 2003, in possesso di un caro amico che lo metterebbe in tavola senza problemi. Ma avendo letto le tue considerazioni su questo cru, ho quasi paura di berlo per trovarmi poi di fronte ad un vino "normale". :roll:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda paperofranco » 07 nov 2013 09:49

Mi è venuto un altro quesito, e forse è una stron-zata, ma tanto una più una meno non fa differenza.

Mi sembra di aver sentito dire che al Domaine pigiano anche lo chardonnay del Montrachet con i raspi, è possibile? nel caso, c'è un qualche riflesso a livello organolettico-gustativo? Grazie.
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 12:30

davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.



eccomi...giornate sempre incasinate, non capisco come sia che parto con un programma, lavoro di più del previsto e faccio metà delle cose se mi va bene...misteri... :x

provo ad essere sinteticamente poco banale tirando subito via dal mazzo Romanée-Conti e Montrachet, questi li riconosceresti in mezzo a mille per i livelli di potenza globale veramente sovrastante tutto se in grande annata, sul Montrachet magari ci può essere lotta con un prodotto ma con il Romanée-Conti la sensazione di vino pesante in bocca è unica del suo genere e comunque parliamo di una amplificazione sensoriale tale che se esiste altro così fatemelo conoscere che lo voglio assolutamente, quindi quà più che di singoli tratti parlerei di dimensione globale dei due vini monstre

del resto della gamma ritengo che siano abbastanza centrabili La Tache e Grands-Echézeaux, avvicinabili Richebourg ed Echezeaux, difficilmente inquadrabile R.S.V. e provo a spiegarmi

La Tache ha sempre presente una nota molto incenso/Thè verde/speziatura di testa e poi stratifica moltissimo ma la partenza in buona annata è quella, sempre riscontrata sia su vini all'uscita che su vini con qulache anno, a breve vorrei stappare un 1993 e potrebbe essere un bel banco di riscontro

G.E. per lo stesso motivo è il vino della linea che ha sempre tratti boschivi/marini ed un tannino di fondo che non è dleicatissimo come energia, è un Bourgogne "atipico" nella sua denominazione e globalmente, tra le cose importanti della zona (che frequento sempre meno quindi correggetemi se sbaglio) vini con questo imprinting così marcato non ne ricordo altri

Echézeaux giovane ha sempre un timbro di fragolina molto golosa e molto ricca, anche quà vale il concetto di amplificazione e quel timbro diventa facilmente stucchevole in altri vini quindi se lo becchi e regge fai 2+2 e potresti anche azzeccarla mentre Richebourg ha potenza virile sempre, mi manca il Richebourgh di Leroy (come molti altri loro vini) ma tra li altri io uno stampo così non lo ho manco mai avvicinati in grande annata quindi anche quà se sai che di Richebourg si tratta ci puoi arrivare come potresti arrivarci per forma del vino molto maschia però con un grasso ben diverso da quello del G.E., ritengo questi due comunque meno centrabili in breve tempo

R.S.V. invece, pur riconoscedone la grandissima eleganza, è sempre un vino per me un filo nebuloso che non offre attacchi diretti ma gioca più sulla cerebralità, questo ritengo sia non centrabile alla cieca a meno che tu non sia un bevitore seriale da ripetuti assaggi annui ed allora tutto può accadere ma come cru lo ritengo quello più sovrapponibile ad altro

sul Vosne-Romanée non mi esprimo, sul Corton le mie perplessità le ho invece già manifestate...i miei vicini di tavolo scommettevano sulla futura dimensione di questo vino, il Domaine se sceglie di mettere quella etichetta su una bottiglia sprovveduto non è, però io conitnuo a non essere convinto, ho 2 2009 e vedremo negli anni a venire cosa capiterà, spero di pentirmi di non averne preso quando potevo :D


mi faccio casao che non hai mai citato il melograno che è un pò il marchio di fabbrica dei DRC
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 07 nov 2013 13:55

hansen ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:
davidef ha scritto:
paperofranco ha scritto:Io invece mi dissocio da questa stucchevole parata di complimenti e ringraziamenti( :mrgreen: ) e passo subito alla domanda.

Dopo più degustazioni consecutive di tutti i vini del Domaine nella stessa annata(io ho memoria di tre, da quando sono sul forum), soprattutto pensando ai due Monopole, che immagino abbiano tratti peculiari più marcati rispetto agli altri, ce l'hai trovato un filo conduttore(un tratto aromatico, un sentore, una suggestione) che li rende unici e per questo ti fa pensare di poterli riconoscere in mezzo a cento vini?


intanto grazie a tutti per i complimenti, sono vini che ti rapiscono ed il merito se esce fuori qualcosa di interessante da leggere e solo loro :D

appena ho un attimo provo a decifrare questa domanda, oggi purtroppo avrò una giornata full ma ci provo più avanti


se qualcuno ha curiosità che non siano di tipo monetario le tiri pure fuori :D


Beh, riconosco che non mi sia uscito un capolavoro di chiarezza come al solito, provo ad integrare.
Secondo me, i grandi vini hanno spesso un’impronta definita, una sorta di tratto somatico che, avendo la fortuna di poterli berli più volte, ce li rende abbastanza distinguibili in mezzo a tanti altri. Penso ad esempio al Monfortino, al Monprivato, a Soldera, ecc.
Chiedevo a Davide se ha trovato questo nel La Tache e nella Romanée-Conti(oppure negli altri, ci mancherebbe), e se lo saprebbe definire.



eccomi...giornate sempre incasinate, non capisco come sia che parto con un programma, lavoro di più del previsto e faccio metà delle cose se mi va bene...misteri... :x

provo ad essere sinteticamente poco banale tirando subito via dal mazzo Romanée-Conti e Montrachet, questi li riconosceresti in mezzo a mille per i livelli di potenza globale veramente sovrastante tutto se in grande annata, sul Montrachet magari ci può essere lotta con un prodotto ma con il Romanée-Conti la sensazione di vino pesante in bocca è unica del suo genere e comunque parliamo di una amplificazione sensoriale tale che se esiste altro così fatemelo conoscere che lo voglio assolutamente, quindi quà più che di singoli tratti parlerei di dimensione globale dei due vini monstre

del resto della gamma ritengo che siano abbastanza centrabili La Tache e Grands-Echézeaux, avvicinabili Richebourg ed Echezeaux, difficilmente inquadrabile R.S.V. e provo a spiegarmi

La Tache ha sempre presente una nota molto incenso/Thè verde/speziatura di testa e poi stratifica moltissimo ma la partenza in buona annata è quella, sempre riscontrata sia su vini all'uscita che su vini con qulache anno, a breve vorrei stappare un 1993 e potrebbe essere un bel banco di riscontro

G.E. per lo stesso motivo è il vino della linea che ha sempre tratti boschivi/marini ed un tannino di fondo che non è dleicatissimo come energia, è un Bourgogne "atipico" nella sua denominazione e globalmente, tra le cose importanti della zona (che frequento sempre meno quindi correggetemi se sbaglio) vini con questo imprinting così marcato non ne ricordo altri

Echézeaux giovane ha sempre un timbro di fragolina molto golosa e molto ricca, anche quà vale il concetto di amplificazione e quel timbro diventa facilmente stucchevole in altri vini quindi se lo becchi e regge fai 2+2 e potresti anche azzeccarla mentre Richebourg ha potenza virile sempre, mi manca il Richebourgh di Leroy (come molti altri loro vini) ma tra li altri io uno stampo così non lo ho manco mai avvicinati in grande annata quindi anche quà se sai che di Richebourg si tratta ci puoi arrivare come potresti arrivarci per forma del vino molto maschia però con un grasso ben diverso da quello del G.E., ritengo questi due comunque meno centrabili in breve tempo

R.S.V. invece, pur riconoscedone la grandissima eleganza, è sempre un vino per me un filo nebuloso che non offre attacchi diretti ma gioca più sulla cerebralità, questo ritengo sia non centrabile alla cieca a meno che tu non sia un bevitore seriale da ripetuti assaggi annui ed allora tutto può accadere ma come cru lo ritengo quello più sovrapponibile ad altro

sul Vosne-Romanée non mi esprimo, sul Corton le mie perplessità le ho invece già manifestate...i miei vicini di tavolo
scommettevano sulla futura dimensione di questo vino, il Domaine se sceglie di mettere quella etichetta su una bottiglia sprovveduto non è, però io conitnuo a non essere convinto, ho 2 2009 e vedremo negli anni a venire cosa capiterà, spero di pentirmi di non averne preso quando potevo :D


mi faccio casao che non hai mai citato il melograno che è un pò il marchio di fabbrica dei DRC



bha....dire che è il marchio di fabbrica del DRC questa nota non so proprio come si faccia, sono cru profondamente diversi ed in alcuni casi la componente fruttata è veramente secondaria

se proprio dovessi infilarci dentro il fruttino rosso chiaro acerbo stile melograno lo percepisco chiaramente nel Echézeaux e nel R.S.V. in annate pronte pronte

queste le mie impressioni ovviamente, ma questa nota di testa di melograno comune a tutti i vini proprio non so dove salti fuori come imprinting abituale, e te lo dico avendoli bevuti tutti i diverse occasioni sia giovani che maturi, se hai un riferimento vado a leggermelo volentieri :wink:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda alì65 » 07 nov 2013 14:21

davidef ha scritto:
hansen ha scritto:
mi faccio casao che non hai mai citato il melograno che è un pò il marchio di fabbrica dei DRC



bha....dire che è il marchio di fabbrica del DRC questa nota non so proprio come si faccia, sono cru profondamente diversi ed in alcuni casi la componente fruttata è veramente secondaria

se proprio dovessi infilarci dentro il fruttino rosso chiaro acerbo stile melograno lo percepisco chiaramente nel Echézeaux e nel R.S.V. in annate pronte pronte

queste le mie impressioni ovviamente, ma questa nota di testa di melograno comune a tutti i vini proprio non so dove salti fuori come imprinting abituale, e te lo dico avendoli bevuti tutti i diverse occasioni sia giovani che maturi, se hai un riferimento vado a leggermelo volentieri :wink:


oltretutto il melograno sa di nulla o quasi e dire di sentire il melograno in cotanta roba è solo poesia
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 14:50

alì65 ha scritto:
davidef ha scritto:
hansen ha scritto:
mi faccio casao che non hai mai citato il melograno che è un pò il marchio di fabbrica dei DRC



bha....dire che è il marchio di fabbrica del DRC questa nota non so proprio come si faccia, sono cru profondamente diversi ed in alcuni casi la componente fruttata è veramente secondaria

se proprio dovessi infilarci dentro il fruttino rosso chiaro acerbo stile melograno lo percepisco chiaramente nel Echézeaux e nel R.S.V. in annate pronte pronte

queste le mie impressioni ovviamente, ma questa nota di testa di melograno comune a tutti i vini proprio non so dove salti fuori come imprinting abituale, e te lo dico avendoli bevuti tutti i diverse occasioni sia giovani che maturi, se hai un riferimento vado a leggermelo volentieri :wink:

:shock:

oltretutto il melograno sa di nulla o quasi e dire di sentire il melograno in cotanta roba è solo poesia


èlogico che si parla di megronano chicchi quelli che si fa il succo e l'aroma è nettissimo in bocca nel succo ed al naso nel vino sulla gamma drc quella nota la trovo quasi sempre
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda alì65 » 07 nov 2013 16:27

hansen ha scritto:
alì65 ha scritto:
davidef ha scritto:
hansen ha scritto:
mi faccio casao che non hai mai citato il melograno che è un pò il marchio di fabbrica dei DRC



bha....dire che è il marchio di fabbrica del DRC questa nota non so proprio come si faccia, sono cru profondamente diversi ed in alcuni casi la componente fruttata è veramente secondaria

se proprio dovessi infilarci dentro il fruttino rosso chiaro acerbo stile melograno lo percepisco chiaramente nel Echézeaux e nel R.S.V. in annate pronte pronte

queste le mie impressioni ovviamente, ma questa nota di testa di melograno comune a tutti i vini proprio non so dove salti fuori come imprinting abituale, e te lo dico avendoli bevuti tutti i diverse occasioni sia giovani che maturi, se hai un riferimento vado a leggermelo volentieri :wink:

:shock:

oltretutto il melograno sa di nulla o quasi e dire di sentire il melograno in cotanta roba è solo poesia


èlogico che si parla di megronano chicchi quelli che si fa il succo e l'aroma è nettissimo in bocca nel succo ed al naso nel vino sulla gamma drc quella nota la trovo quasi sempre


dai Chicco, per favore!!!! il melograno lo uso in cucina e sa d'un piffero!!!! è solo acido/dolce, punto.....solo bello come decoro, bello come colore, stop!!!
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda Mike76 » 07 nov 2013 16:44

alì65 ha scritto:dai Chicco, per favore!!!! il melograno lo uso in cucina e sa d'un piffero!!!! è solo acido/dolce, punto.....solo bello come decoro, bello come colore, stop!!!


Ma è anche buono e particolare come sapore.
A me piacciono molto, ma li mangio al naturale, non li uso per decorare piatti.
Se ne trovano di dolci o di aciduli, ma i semi hanno un loro sapore...certo non è un sapore netto, e forse è anche per quello che ci stanno tutte le similitudini con certi borgogna rossi, ma è comunque ben riconoscibile, soprattutto per chi li mangia veramente questi frutti.
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 16:45

Claudio ma come lo usi? Dovresti farti una centrifuga allora si che senti il sapore in bocca che sul vino si trova risvoltato al naso
ma comunque è un sentore primario e facilissimo mentre la poesia è dire x esempio te verde senza specificare quale tipologia che ve ne sono migliaia tutte differenti e quindi rimane un descrittore poetico od evocativo personale
il melograno è il megrano come l'anguria nel Monfortino :P
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 16:48

Decorare i piatti con i chicci di melograno trovo sia orrendo quasi peggio della sprezemolata :evil:
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda Mike76 » 07 nov 2013 17:27

hansen ha scritto:Decorare i piatti con i chicci di melograno trovo sia orrendo quasi peggio della sprezemolata :evil:


Quotone.
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda alì65 » 07 nov 2013 18:05

pensatela come volete ma il melograno non è un profumo e un sapore deciso, che sia d'antan come decorazione sono d'accordo, dipende sempre come e dove lo metti
il centrifugato aumenta un pochino ma non tanto, il profumo più netto è al momento del taglio quando è ben maturo e rilascia tanto succo
possiamo parlare anche del fico d'india come sapore e profumo distintivo, ok, ma vuoi che nei vini DRC, con tutto quello che hanno di offrire mi trovi, come profumo distintivo, il melograno!!!!! dai....
ma anche fosse, sei sicuro di riconoscere il melograno in un vino di forte carattere!!!! ci vuole un naso in grado di separare tutto quello che arriva, il che, saresti un vero guru dell'analisi sensoriale
e poi non credo proprio che il Domaine abbia bisogno di lieviti selezionati....
visto la questione, quali altri segni distintivi hanno i vari Domaine borgognoni, o meglio, quale Domaine avrebbe un sentore predominante nei loro vini, tipo Conterno, per capirci....
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda zampaflex » 07 nov 2013 18:10

alì65 ha scritto:
dai Chicco, per favore!!!! il melograno lo uso in cucina e sa d'un piffero!!!! è solo acido/dolce, punto.....solo bello come decoro, bello come colore, stop!!!


I melograni venduti ultimamente in Esselunga, di coltivazione Israeliana, sono come dici tu (non san di un caxxo :roll: ). E difatti non li compro. Ma dal fruttivendolo ogni tanto capitano quelli giusti, italiani, ben maturi, ed è tutto un altro discorso.
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda alì65 » 07 nov 2013 18:23

zampaflex ha scritto:
alì65 ha scritto:
dai Chicco, per favore!!!! il melograno lo uso in cucina e sa d'un piffero!!!! è solo acido/dolce, punto.....solo bello come decoro, bello come colore, stop!!!


I melograni venduti ultimamente in Esselunga, di coltivazione Israeliana, sono come dici tu (non san di un caxxo :roll: ). E difatti non li compro. Ma dal fruttivendolo ogni tanto capitano quelli giusti, italiani, ben maturi, ed è tutto un altro discorso.


e va bhe, e con questi vorresti dirmi che sarebbero di un profumo e sapore deciso??? migliori degli iper ma resta sempre un melograno...
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 18:51

alì65 ha scritto:, sei sicuro di riconoscere il melograno in un vino di forte carattere!!!! ci vuole un naso in grado di separare tutto quello che arriva, il che, saresti un vero guru ....


per me è molto facile trovarci l'aroma di melograno però attenzione non ho mai detto che ci sta solo quella nota anzi ci mancherebbe :!: forse ci vorrà il nasino fino per sentirla ma è netta
poi per carità uno ci sente quello che ci sente ma non trovo nulla di strano in ciò
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda Mike76 » 07 nov 2013 19:06

Il fatto che non sia un sapore deciso non significa che non lo abbia, infatti si è parlato di un gusto netto e caratteristico. Che poi molti non siano in grado di apprezzarlo, è un altro discorso.
I melograni dei supermercati fanno quasi sempre ca@are, bisogna coglierli dall'albero per trovarli veramente buoni, possibilmente lasciandoli un po' a disidratare. In particolare, mi piacciono molto quelli aciduli e rosso sangue.
Anche sui fichi d'india ci sarebbero da fare dei distinguo, perché ce ne sono vari tipi ed hanno sapori e colori molto diversi: si provino quelli a polpa bianca, che hanno un sapore che ricorda la mela, totalmente diversi da quelli arancio o violacei (anzi, magenta per la precisione).
Poi, risentirli in un vino è un'altra cosa.
Mai avuto il piacere di bere un DRC, ma in diversi village o 1er ho ritrovato nettissime note di melograno, direi più al gusto che al profumo (anche perché è il gusto che si apprezza nei melograni). Invece il fico d'india, nel vino, mi manca...
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 19:46

Provo a rispiegare il concetto ci sono tanti descrittori che conosciamo per gusto al palato che si ritrovano al naso nei vini
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda hansen » 07 nov 2013 19:49

hansen ha scritto:Provo a rispiegare il concetto ci sono tanti descrittori che conosciamo per gusto al palato che si ritrovano al naso nei vini

Per esempio la nota ematica mica uno si è annusato il sangue
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Re: FOLLIA DI UNA NOTTE D'AUTUNNO TRA STREGHE E FUOCHI FATUI

Messaggioda davidef » 07 nov 2013 22:46

hansen ha scritto:Claudio ma come lo usi? Dovresti farti una centrifuga allora si che senti il sapore in bocca che sul vino si trova risvoltato al naso
ma comunque è un sentore primario e facilissimo mentre la poesia è dire x esempio te verde senza specificare quale tipologia che ve ne sono migliaia tutte differenti e quindi rimane un descrittore poetico od evocativo personale
il melograno è il megrano come l'anguria nel Monfortino :P


Chicco, con tutto il rispetto del mondo per le tue sensazioni ma se mi dici che la nota comune tra i 6+2 rossi del Domaine è la nota di melograno non so che dirti, non so su quali bottiglie stai ragionando della gamma ne su quali annate nel dettaglio e non metto in dubbio tu possa avvertirla netta, io su tutte quelle bevute (e veramente tra assaggi a degustazioni o bevute non sono poche negli ultimi 10 anni) non riesco a unire più vini sotto questa impronta e non posso condividere che sia un timbro stile cocomero&conterno

nello specifico, come spiegato più su, trovo che alcuni vini abbiano uno stacco profondamente diverso da altri, se leggi le mie note sia chiaro, se interessa riposto le note di altre 3-4 bevute per comparazione, tra le varie bottiglie della gamma ci sono sempre della macrodivisioni e dei vini che hanno una chiara partenza fruttata rossa fresca "leggiadra" ed altre che hanno lo stacco prevalente su toni vegetali/mischiati/marini/speziati con profonde differenze tra questi due gruppi

un sentore fruttato delicato come questo non è un elemento dominante, magari è un elemento di contorno (anche ovvio per certi versi) come possono esserelo le varie gradazioni di frutta a bacca rossa piccola più o meno fresca, per me però un elemento dominante è un sentore netto, nitido, chiaramente riconoscibile e svettante sugli altri ed onestamente su queste bottiglie svettano a mio avviso ben altre sfumature olfattive

la nota di thè verde per inciso, per quanto poetica possa essere (ma parlare di vino è poesia, suvvia...) non è solo evocativa personale ma nella sfumatura distinguibile dal thè nero, so che esistono circa 1.000 varietà di thè verde ma so (e sai) che comunemente nelle nostre tavole ne arrivano molte meno e solitamente assegno questo nome a quella sensazione erbacea/essiccata/speziata fumè che ben ritrovo nelle preparazioni più comuni per uso alimentare o per tisane

la differenza comunque forse nell'uso dei due descrittori (thè verde e melograno) è che io non indico la nota di thè verde come elemento dominante di un vino ma come una sensazione sfumata di contorno ad altro, per qunto evocativa possa essere serve a chiarire un quadro olfattivo di speziatura o complessità virante verso lo speziato/erbaceo/lievemente esotico

poi, ripeto, sarebbe da confrontarsi sulle bottiglie specifiche per chiarirci meglio il quadro, però ritornando a bomba alla domanda di Paperofranco io non riesco assolutamente a condividere che questi 6+1 rossi (6+2 se mettiamo anche il Vosne-Roomanée) siano uniti per mano da questo timbro netto in modo tale da esclamare alla cieca DRC, melograno, DRC, melograno....


in genere comunque ed esulando da questa specifica discussione , premetto è possibile anche che sia un mio limite personale per scelta, ma trovo limitante oltre che fuorviante cercare sempre la nota comune su un filone di vini o su un micro territorio o ad una specifica mano per poi incasellarli, mi vanno bene i macro tratteggi della bozza di quello che dovrei trovare ma le sfumature ripetitive mi lasciano perplesso ed a volte mi sembrano quasi suggestioni più che realtà

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