Anche quest’anno “Italia a tavola” ripete l’incrocio dei premiati delle guide, alla ricerca dei vini che hanno messo d’accordo la critica. In seguito alle due nuove entrate in un mercato già sovraffollato, quest’anno la “giuria” è composta da ben 8 guide (giustamente confermata l’esclusione della sguida di Maroni, in grado di terremotare qualsiasi classifica seria con le sue scelte fantasy).
Il metodo purtroppo è sempre quello, quindi presenta alcuni limiti che avevamo già rilevato l’anno scorso in questo thread. Innanzitutto, un errore grossolano è limitare le eccellenze di Slowine ai soli “grandi vini”, quando notoriamente per quella guida le eccellenze includono anche i “vini Slow”. Un limite più generale è quello di non affrontare il problema dei vini assenti da una guida per dichiarata limitazione del campo di indagine, come i vini da vitigni “non autoctoni” per la guida Vini Buoni d’Italia, o per l’assenza del produttore dovuta al mancato invio dei campioni, o per altri motivi (per esempio, è stata giudicata un’annata diversa dello stesso vino).
La conclusione di “Italia a tavola” è che quest’anno nessun vino ha messo d’accordo tutti:
http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=36817Correggendo i limiti appena detti, questa conclusione viene smentita.
Esistono almeno due vini che hanno messo d’accordo tutte le guide che li hanno giudicati. Uno è il Sassicaia 2011, che non è stato giudicato (e quindi non poteva essere premiato) da Vini Buoni d’Italia per il motivo detto sopra, ma è stato premiato dalle altre sette guide. L’altro è il Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004: premiato da sette giurati, apparentemente risulta “azzoppato” dalla nuova Guida Essenziale di Cernilli (& Co). In realtà non è stato giudicato da questa guida, che ha premiato un’annata precedente, la 2002 (un problemino di aggiornamento che riguarda una ventina dei 106 premiati…).
Personalmente, ne aggiungerei un terzo che richiede un ragionamento più complesso. Secondo “Italia a tavola”, il Trebbiano d’Abruzzo 2010 di Valentini ha messo d’accordo “solo” sei guide. In realtà sono sette, visto che Slowine l’ha premiato come “vino Slow”. A questo punto, manca solo la guida ““Veronelli”” (alias Brozzoni-Thomases), che suppongo abbia valutato i vini di Valentini. Qui però c’è un problema già emerso in passato: senza alcuna giustificazione esplicita, che io sappia, questa guida discrimina pesantemente i vini bianchi a livello di premi: basti pensare che quest’anno i suoi 12 premiati delle Marche, una regione importante per i bianchi, sono tutti rossi, come i 13 premiati dell’Abruzzo. Per evitare questa esclusione, ai danni di un vino che quest’anno ha veramente messo d’accordo tutti (belli e… brutti
) e potenzialmente di altri bianchi, secondo me la guida ““Veronelli”” merita di essere esclusa dalla giuria (escluderla per i soli bianchi sarebbe una scelta ad hoc che potrebbe aprire la strada ad altri interventi discutibili).
Conclusione: considerando la giuria formata da sette guide, con la motivata esclusione di Maroni e ““Veronelli””, quest’anno ci sono tre vini che hanno messo d’accordo tutte le guide che li hanno giudicati. Un bianco, un rosso e una bollicina: Trebbiano 2010 di Valentini, Sassicaia 2011 e Trento brut Giulio Ferrari 2004.