paperofranco ha scritto:Chicco76 ha scritto:Argomento interessantissimo e tutt'altro che banale, sul quale si potrebbe disquisire per ore ed ore.
Il riesling renano della mosella è senza ogni ombra di dubbio, assieme allo chardonnay di borgogna, il più grande vino bianco al mondo a mio modesto parere (ma non solo mio direi ...), tesi che se suffragata da una sana coscienza degustativa porta a parlarne senza tante "timidezze" ... pertanto urlalo pure a gran voce che ci sono pochi vini bianchi al mondo il grado di competere col riesling tedesco !
In Italia abbiamo veramente casi isolatissimi di grandi vini bianchi e, come te, adoro i vini maturi. Sono d'accordissimo con Marco che un appassionato di vini maturi non è necessariamente un eno-necrofilo anzi, una persona che sa aspettare e vuole cogliere il momento migliore per degustare un vino. Ho organizzato diverse bicchierate su vini bianchi italiani maturi e penso di aver assaggiato quasi tutto quello che veramente grande è stato prodotto dall'enologia italiana, le grandissime bottiglie si contano su due mani. La prossima settimana è in programma una bicchierata sui vecchi verdicchi e vedremo che ne esce ! Ma la costanza qualitativa del riesling tedesco è assolutamente ineguagliabile da nessun'altra denominazione, soprattutto nelle bottiglie qualità prezzo. Nemmeno parente del riesling alsaziano, che se pur essendo un grande vino, non raggiungerà mai la finezza minerale della mosella (in fin dei conti è un vitigno che hanno in produzione da centinaia di anni, glielo lasciamo di diritto ? Io direi di si ... ), nella zona della Saar e della Nahe raggiunge delle espressioni uniche. E' come sempre il terroir a fare la differenza e comunque la grande capacità di adattamento del vitigno, che nelle sassose vallate del Reno ha trovato sicuramente un habitat migliore che nell'Alsazia, dove i riesling sono sicuramente più grassi e meno taglienti, con minore capacità di invecchiamento e dotati di espressioni molto meno fini.
Mi ha sempre stupito la capacità di invecchiamento che hanno questi vini, complici sicuramente l'acidità, la mineralità, il loro estratto complessivo (a cui va sommata una buona dose di botrytis) e ... per la quantità di solforosa usata
. Se devo trovare infatti un difetto direi che il disciplinare di produzione non è molto sensibile ad un basso uso di solfiti anche se comunque i grandi produttori usano una certa accortezza, o così mi è stato riferito. Tesi suffragata dal fatto che l'uso di tappi a volte non di primissima scelta faccia comunque si che il vino resti integro per decenni. Il problema dei tappi di qualità ce l'avevano pure i nostri produttori di vini bianchi, compresi i grandi del Friuli, che partite a volte troppo microporose portano talvolta ad un'ossidazione precoce. Resta comunque il fatto che la longevità del riesling in borgogna se la sognano, e qui ne hai postato un esempio di un semplice kabinett. Parlo di longevità complessiva generale, anche in Borgogna ci sono vini bianchi che invecchiano benissimo !
Non battagliate sul singolo vino, ci possono essere mille fattori di discussione in primis quello di una bottiglia magari mal riuscita e a tutti i produttori può capitare ! Ragioniamo invece sulla grandezza di questo prodotto che un paio di decenni fa costava veramente due lire rispetto alla qualità che aveva, ovviamente quando sono arrivato io a conoscerlo i prezzi si sono allineati con quelli di tutti i grandi vini bianchi del mondo ...
In questo periodo ho preso di mira chicco
.
A parte gli scherzi, butto lì una piccola provocazione dichiarando la mia pressoché totale ignoranza rispetto a questi vini; ho bevuto solo qualcosina, anche di vecchio.
Ecco la provocazione: non è che l'indiscussa e indiscutibile capacità di questi vini, magari anche nelle versioni base(non lo so, tiro a caso), di affrontare il tempo mantenendo un'integrità invidiabile e forse inarrivabile per qualsiasi altro bianco, possa indurre un certo entusiasmo facendo perdere di vista l'effettiva qualità di quel che c'è nel bicchiere?
O vai ora....
Papero ci mancherebbe anzi mi fanno piacere le discussioni costruttive, soprattutto dove sono preparato !
Come avrai capito adoro questo vino e questo vitigno, amore che mi ha portato anche lo scorso anno alle aste del Riesling in Mosella a fare shopping ... Ma il mio entusiasmo non ha nulla a che vedere con l'indiscussa e indiscutibile capacità di questi vini di affrontare il tempo. La loro peculiarità è dovuta a tre ragioni fondamentali, in ordine di importanza: Il vitigno, il terroir, il manico del produttore (caspita, ma non è una storiella già sentita ? anche giovedì scorso con Castelluccio ... )
Il vitigno è un vero e proprio cavallo di razza vincente, al pari dei nostri Sangiovese o Nebbiolo tanto per restare in Italia, capace cioè di produrre grandissimi vini. L'altro grande cavallo di razza vincente è lo chardonnay ovviamente, ma quest'ultimo ha dalla sua l'adattabilità mostruosa ad ogni genere di territorio (senza soffermarsi gentilmente sui risultati). Comunque la giusta chiave di lettura che bisogna avere, a mio parere, è la selezione naturale che questo vitigno ha avuto nella sua terra di origine, i cui mutamenti genetici nel corso dei decenni hanno portato a selezionare un vitigno perfettamente integrato col territorio. Il riesling renano come vitigno è conosciuto in Mosella dal 15° secolo e la coltivazione della vite da parte dei Celti e dei Romani esiste in quelle zone da 2000 anni ... pertanto lo possiamo bollare come vitigno renano a tutti gli effetti, al pari dello chardonnay o pinot noir in borgogna, sangiovese in italia, nebbiolo in piemonte e via dicendo. Nel corso di tutti questi centinaia di anni ha trovato il suo habitat naturale, le mutazioni genetiche e i nuovi cloni "spontanei" hanno fatto il resto. Non dimentichiamoci che in Mosella avere vigneti ultracentenari non è affatto un caso isolato. Il vitigno presenta doti di acidità naturali di altissimo livello, una buccia spessa che può resistere tranquillamente agli agenti atmosferici e alla botrytis e dei caratteri varietali primari unici.
Il terroir della Mosella è unico, trovate qualche foto su google per rendervene conto. E le caratteristiche pietre del territorio conferiscono la mineralità che tanto si ama in un vino; si varia infatti dalle scisti bluastre della Mosel-Saar alle calcaree vulcaniche grigie della Rheingau. Associa viti tendenzialmente vecchie, in grado di aggrapparsi a territori dalla pendenza sconvolgente fino al 90%, dotate quindi di un apparato radicale fitto e complesso in grado non solo di ancorare la pianta al terreno ma di assorbirne i sali minerali delle roccie di cui è ricco il terreno. Ci sono produttori che hanno i vigneti piantati proprio nelle roccie, situazioni al limite del possibile !
Ora lasciando perdere il gusto personale, associa un vitigno in grado di dare un'acidità aturale sconvolgente, una mineralità del terreno ricchissima, una tradizione che porta i vini ad essere attaccati dalla botrytis che dona complessità e morbidezza, qual'è il risultato ? Per il momento diciamo un vino che ha tutte le caratteristiche naturali per essere un grande prodotto. Esclusa la presenza della botrytis, acidità e sapidità minerale non sono forse le doti più importanti di un grande vino ? E se il vitigno e il terroir le donano naturalmente possiamo dire che il prodotto di partenza ha una marcia in più ? Sicuramente la tecnica di vinificazione che mantiene un bassissimo grado alcolico ed un residuo zuccherino naturale a volte molto importante è stata sempre utilizzata dalla loro tradizione perchè non c'erano le condizioni climatiche per portare a piena maturazione il prodotto ma ora che il clima sta cambiando si sono resi conto che possono produrre dei Trocken di rilievo completando completamente la fermentazione. Da qui l'idea di non molti anni di suddividere il territorio e delimitando i Grosse Gewachs (o Gran Cru che sia ...) e tra cui Donnoff stesso è un vero pioniere. Ecco perchè possiamo affermare che in Alsazia si producono dei buoni riesling ma che non raggiungeranno mai le vette della Mosella. Qualche prodotto di punta c'è ma sparisce se lo confrontiamo con i prodotti di punta della zona d'origine.
Il manico del produttore conta come in qualsiasi altro vino, e nella Mosel ci sono i produttori di riferimento come in qualsiasi altra regione vinicola, dotati degli appezzamenti migliori, delle viti più vecchie, dello stile aziendale da portare avanti. Ci sono persone che non so più da quante generazioni mandano avanti l'eredità di famiglia, molti sono di discendenza nobile e sono fieri di quello che fanno, ne hanno fatto una ragione di vita al pari dei nostri Manetti, Conterno o Valentini. Purtroppo quando c'è di mezzo la botrytis che rende le cose più affascinanti e complicate non è facile talvolta prevedere il risultato e a rendere le cose più complicate ancora c'è la naturale fantasia di produttori, come Molitor, che si divertono a vinificare anche 70-80 vini all'anno, tre o quattro filari di qua, due o tre vigne di la, giusto per vedere il risultato. Fermentano anche in caratelli di vetroresina, non servono investimenti pesanti sul legno, tanto è il vitigno che fa tutto quindi sempre tanta pulizia e tanta voglia di sperimentare. La maggior parte delle produzioni manco vede l'Italia, i vini d'asta qui circolano meno delle mosche bianche, ci sono più RC in circolazione che vini d'asta anche perchè si parla a volte di 50 - 100 - 200 bottiglie all'anno per tutto il mondo !!! Ci sono comunque produttori che si possono comprare ad occhi chiusi senza manco assaggiare i vini, sono tedeschi non dimentichiamocelo, e altri che invece sono da scoprire ed interpretare.
Però quando metti in bocca un riesling renano della tradizione, con quella sua entrata dolce che ti sorprende ma poi quel finale acido minerale al limite del gessoso (avete presente Salon?) che ripulisce completamente e ti dona un finale più o meno interminabile ti rendi conto che se di fronte ad un vino non proprio indifferente, io direi imbarazzante per bontà, per restare in topic !
Ragazzi il vino lo fa una persona, mica un programma ... conoscete qualcuno che non abbia mai sbagliato un'annata o un vino ? Io no ... ma il bello del vino è la ricerca di un prodotto entusiasmante e c'è una cosa da dire ... quando spendi 100 - 200 euro per un riesling di Egon Muller, di JJ Prum, di Zilliken è molto dura non trovare un vino assoluto, capace di darti emozioni di un certo livello e c'è la possibilità comunque di fare esperimenti degustativi a cifre molto contenute, cosa che in altre regioni è utopia. Ci sono anche li produttori da investimento sicuro, che non riservano sorprese, e produttori che invece vanno testati, e qui il discorso va tutto a loro favore perchè tutti noi ci siamo messi in cantina bottiglie che pensavamo, che credevamo, che supponevamo e invece si sono rivelate col tempo delle mezze delusioni rispetto alle cifre che inizialmente si sono spese. Ma poi ognuno fa gli acquisti che crede, ci mancherebbe !
Somma tutto e poi dimmi se non devo credere nel riesling renano, gusto personale a parte ... direi che sul cartellino abbiamo un fuoriclasse !
Ecco comunque mi avete fatto venire voglia di una bicchierata di Mosella d'autore ...