Francvino ha scritto:marcolandia ha scritto:...
Poi il vino c'è lo stesso, qualche bottiglia di piccoli produttori locali, tipo Kupra, la si trova
...
Insomma, 'na cosetta buttata lì
Francvino ha scritto:marcolandia ha scritto:...
Poi il vino c'è lo stesso, qualche bottiglia di piccoli produttori locali, tipo Kupra, la si trova
...
davidef ha scritto:marcolandia ha scritto:Secondo me un ristorante senza vino è come una donna senza patata.
Piuttosto che scegliere di non avere alcun vino in carta punterei su quel tesoretto di bottiglie, sia Italiane che Francesi, con prezzo al distributore tra i 5 e i 12 euro (e ce ne sono parecchie e pure buone) in modo da proporre al cliente vini tra i 15 e i 30 euro e far girare tanto la cantina. Le carte con le "icone" o vini prezzo sorgente 30 euro sono al momento un suicidio finanziario.
12 euro portati a 30 in carta...capisco possa essere una prassi ma con queste moltiplicazioni di vino temo se ne venderà sempre meno al ristorante
vivo in trincea ogni giorno ed ogni giorno sai che anche se ieri è andata bene oggi potrebbe esserci un handicapp diverso, una situazione ostile, una sfiga dietro l'angolo, un accertamento fiscale, un cliente insolvente, di tutto...purtroppo in questi tempi gli ostacoli si moltiplicano sempre di più e le certezze sono sempre meno, che si tratti di falegnameria o di industria o di calzolaio od altro, vige solo la logica del prezzo...qualità, servizio, professionalità sono parole con cui ci si riempiva la bocca fino a ieri pomeriggio ma che oggi se trivi quello che ti fa un euro di meno sono obsolete, servono sempre come bandiera ma alla fine al cliente finale non frega più un cazzo che non sia spendere meno, anche se il prodotto è inferiore o la persona è sgradevolmente poco professionale
è la barbarie culturale e professionale in cui siamo finiti che toglie la voglia di continuare e che fa si che alla sera quando chiudi l'azienda ti chiedi un pochino perchè riaprirla il giorno dopo, che senso ha farsi prendere giornalmente da stress e magoni vari quando magari tu dai il massimo me alla fine a nesusno interessa più
capisco Claudio e mi dispiace molto veramente, ma se l'inversione di tendenza non parte dai nostri comportamenti ogni giorno, se non torniamo a dar valore al lavoro altrui quando fatto bene sotto qualsiasi forma per gli artigiani e le piccole aziende ci si deve rassegnare...e tutto questo a favore di qualche euro...guerra tra poveracci che ormai dilaga in tutti i settori dove gli stessi poveracci, noi, siamo i primi artefici del declino di qualcun altro
Francvino ha scritto:Ieri sera, in 4, abbiamo aperto:
Champagne Terroirs Extra Brut 2004 - Agrapart
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl.Sup. Podium 1996 - Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl.Sup. Gaiospino 1998 - Fattoria Coroncino
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl.Sup. Stracacio 2000 - Fattoria Coroncino
Colli Pesaresi Focara Pinot Nero Impero 1998 - Fattoria Mancini
Planet Waves 2004 - Fattoria Le Terrazze
Rigo 23 - Brera Ferretti (montepulciano in purezza)
Amarone della Valpolicella Morar 2006 - Valentina Cubi
Cascià 2006 - Fontezoppa (vino dolce, da uve vernaccia nera 100%)
Bas Armagnac 1970 (imbottigliato nel 2000) Dartigalongue
in accompagnamento:
salumi locali (fegatino, lonza, ciauscolo, salame Fabriano), pecorino, olive e fiori di zucca fritti, ravioli di ricotta su fondo di pomodoro, tagliatelle al ragù, girello di manzo e cicoria, faraona in salmì, crostata di crema e visciole.
@ndre@ ha scritto:davidef ha scritto:marcolandia ha scritto:Secondo me un ristorante senza vino è come una donna senza patata.
Piuttosto che scegliere di non avere alcun vino in carta punterei su quel tesoretto di bottiglie, sia Italiane che Francesi, con prezzo al distributore tra i 5 e i 12 euro (e ce ne sono parecchie e pure buone) in modo da proporre al cliente vini tra i 15 e i 30 euro e far girare tanto la cantina. Le carte con le "icone" o vini prezzo sorgente 30 euro sono al momento un suicidio finanziario.
12 euro portati a 30 in carta...capisco possa essere una prassi ma con queste moltiplicazioni di vino temo se ne venderà sempre meno al ristorantevivo in trincea ogni giorno ed ogni giorno sai che anche se ieri è andata bene oggi potrebbe esserci un handicapp diverso, una situazione ostile, una sfiga dietro l'angolo, un accertamento fiscale, un cliente insolvente, di tutto...purtroppo in questi tempi gli ostacoli si moltiplicano sempre di più e le certezze sono sempre meno, che si tratti di falegnameria o di industria o di calzolaio od altro, vige solo la logica del prezzo...qualità, servizio, professionalità sono parole con cui ci si riempiva la bocca fino a ieri pomeriggio ma che oggi se trivi quello che ti fa un euro di meno sono obsolete, servono sempre come bandiera ma alla fine al cliente finale non frega più un cazzo che non sia spendere meno, anche se il prodotto è inferiore o la persona è sgradevolmente poco professionale
è la barbarie culturale e professionale in cui siamo finiti che toglie la voglia di continuare e che fa si che alla sera quando chiudi l'azienda ti chiedi un pochino perchè riaprirla il giorno dopo, che senso ha farsi prendere giornalmente da stress e magoni vari quando magari tu dai il massimo me alla fine a nesusno interessa più
capisco Claudio e mi dispiace molto veramente, ma se l'inversione di tendenza non parte dai nostri comportamenti ogni giorno, se non torniamo a dar valore al lavoro altrui quando fatto bene sotto qualsiasi forma per gli artigiani e le piccole aziende ci si deve rassegnare...e tutto questo a favore di qualche euro...guerra tra poveracci che ormai dilaga in tutti i settori dove gli stessi poveracci, noi, siamo i primi artefici del declino di qualcun altro
quale sarà il vero davidef...il braccino o lo splendido?
vittoxx ha scritto:Francvino ha scritto:Ieri sera, in 4, abbiamo aperto:
Champagne Terroirs Extra Brut 2004 - Agrapart
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl.Sup. Podium 1996 - Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl.Sup. Gaiospino 1998 - Fattoria Coroncino
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl.Sup. Stracacio 2000 - Fattoria Coroncino
Colli Pesaresi Focara Pinot Nero Impero 1998 - Fattoria Mancini
Planet Waves 2004 - Fattoria Le Terrazze
Rigo 23 - Brera Ferretti (montepulciano in purezza)
Amarone della Valpolicella Morar 2006 - Valentina Cubi
Cascià 2006 - Fontezoppa (vino dolce, da uve vernaccia nera 100%)
Bas Armagnac 1970 (imbottigliato nel 2000) Dartigalongue
in accompagnamento:
salumi locali (fegatino, lonza, ciauscolo, salame Fabriano), pecorino, olive e fiori di zucca fritti, ravioli di ricotta su fondo di pomodoro, tagliatelle al ragù, girello di manzo e cicoria, faraona in salmì, crostata di crema e visciole.
Spero, per i vostri organi interni, solo aperto...
davidef ha scritto:@ndre@ ha scritto:davidef ha scritto:marcolandia ha scritto:Secondo me un ristorante senza vino è come una donna senza patata.
Piuttosto che scegliere di non avere alcun vino in carta punterei su quel tesoretto di bottiglie, sia Italiane che Francesi, con prezzo al distributore tra i 5 e i 12 euro (e ce ne sono parecchie e pure buone) in modo da proporre al cliente vini tra i 15 e i 30 euro e far girare tanto la cantina. Le carte con le "icone" o vini prezzo sorgente 30 euro sono al momento un suicidio finanziario.
12 euro portati a 30 in carta...capisco possa essere una prassi ma con queste moltiplicazioni di vino temo se ne venderà sempre meno al ristorantevivo in trincea ogni giorno ed ogni giorno sai che anche se ieri è andata bene oggi potrebbe esserci un handicapp diverso, una situazione ostile, una sfiga dietro l'angolo, un accertamento fiscale, un cliente insolvente, di tutto...purtroppo in questi tempi gli ostacoli si moltiplicano sempre di più e le certezze sono sempre meno, che si tratti di falegnameria o di industria o di calzolaio od altro, vige solo la logica del prezzo...qualità, servizio, professionalità sono parole con cui ci si riempiva la bocca fino a ieri pomeriggio ma che oggi se trivi quello che ti fa un euro di meno sono obsolete, servono sempre come bandiera ma alla fine al cliente finale non frega più un cazzo che non sia spendere meno, anche se il prodotto è inferiore o la persona è sgradevolmente poco professionale
è la barbarie culturale e professionale in cui siamo finiti che toglie la voglia di continuare e che fa si che alla sera quando chiudi l'azienda ti chiedi un pochino perchè riaprirla il giorno dopo, che senso ha farsi prendere giornalmente da stress e magoni vari quando magari tu dai il massimo me alla fine a nesusno interessa più
capisco Claudio e mi dispiace molto veramente, ma se l'inversione di tendenza non parte dai nostri comportamenti ogni giorno, se non torniamo a dar valore al lavoro altrui quando fatto bene sotto qualsiasi forma per gli artigiani e le piccole aziende ci si deve rassegnare...e tutto questo a favore di qualche euro...guerra tra poveracci che ormai dilaga in tutti i settori dove gli stessi poveracci, noi, siamo i primi artefici del declino di qualcun altro
quale sarà il vero davidef...il braccino o lo splendido?
ecco, questo è un accostamento di due ragionamenti alla cazzo dove di accostabile non c'è nulla
portare un vino da 12 a 30 € significa fare un +170% di ricarico senza alcuna lavorazione di mezzo e senza alcun valore aggiunto, il ristoratore guadagna sul vino il doppio dell'enotecario e 5-7 volte tanto rispetto al produttore di vino da 12 €
dove stanno per curiosità le incoerenze tra i due discorsi citati?
nella mia attività che comporta costi e trasformazioni un margine del 35-38% ormai è una chimera...suvvia siamo seri se si parla di lavoro e soldi
marcolandia ha scritto:davidef ha scritto:@ndre@ ha scritto:davidef ha scritto:marcolandia ha scritto:Secondo me un ristorante senza vino è come una donna senza patata.
Piuttosto che scegliere di non avere alcun vino in carta punterei su quel tesoretto di bottiglie, sia Italiane che Francesi, con prezzo al distributore tra i 5 e i 12 euro (e ce ne sono parecchie e pure buone) in modo da proporre al cliente vini tra i 15 e i 30 euro e far girare tanto la cantina. Le carte con le "icone" o vini prezzo sorgente 30 euro sono al momento un suicidio finanziario.
12 euro portati a 30 in carta...capisco possa essere una prassi ma con queste moltiplicazioni di vino temo se ne venderà sempre meno al ristorantevivo in trincea ogni giorno ed ogni giorno sai che anche se ieri è andata bene oggi potrebbe esserci un handicapp diverso, una situazione ostile, una sfiga dietro l'angolo, un accertamento fiscale, un cliente insolvente, di tutto...purtroppo in questi tempi gli ostacoli si moltiplicano sempre di più e le certezze sono sempre meno, che si tratti di falegnameria o di industria o di calzolaio od altro, vige solo la logica del prezzo...qualità, servizio, professionalità sono parole con cui ci si riempiva la bocca fino a ieri pomeriggio ma che oggi se trivi quello che ti fa un euro di meno sono obsolete, servono sempre come bandiera ma alla fine al cliente finale non frega più un cazzo che non sia spendere meno, anche se il prodotto è inferiore o la persona è sgradevolmente poco professionale
è la barbarie culturale e professionale in cui siamo finiti che toglie la voglia di continuare e che fa si che alla sera quando chiudi l'azienda ti chiedi un pochino perchè riaprirla il giorno dopo, che senso ha farsi prendere giornalmente da stress e magoni vari quando magari tu dai il massimo me alla fine a nesusno interessa più
capisco Claudio e mi dispiace molto veramente, ma se l'inversione di tendenza non parte dai nostri comportamenti ogni giorno, se non torniamo a dar valore al lavoro altrui quando fatto bene sotto qualsiasi forma per gli artigiani e le piccole aziende ci si deve rassegnare...e tutto questo a favore di qualche euro...guerra tra poveracci che ormai dilaga in tutti i settori dove gli stessi poveracci, noi, siamo i primi artefici del declino di qualcun altro
quale sarà il vero davidef...il braccino o lo splendido?
ecco, questo è un accostamento di due ragionamenti alla cazzo dove di accostabile non c'è nulla
portare un vino da 12 a 30 € significa fare un +170% di ricarico senza alcuna lavorazione di mezzo e senza alcun valore aggiunto, il ristoratore guadagna sul vino il doppio dell'enotecario e 5-7 volte tanto rispetto al produttore di vino da 12 €
dove stanno per curiosità le incoerenze tra i due discorsi citati?
nella mia attività che comporta costi e trasformazioni un margine del 35-38% ormai è una chimera...suvvia siamo seri se si parla di lavoro e soldi
Davide, tu di ristorazione capisci come me di fisica quantistica applicata.
I margini totali per un ristorante ONESTO sono mooooooolto meno del 35%, credici. Almeno prima di sparare cifre accazzo informati, via.
pippuz ha scritto:Eh già, poi pare ci sia una lieve differenza tra i costi di gestione di un ristorante a Milano e uno a Selvazzano Dentro.
davidef ha scritto:pippuz ha scritto:Eh già, poi pare ci sia una lieve differenza tra i costi di gestione di un ristorante a Milano e uno a Selvazzano Dentro.
me li indichi nel dettaglio i costi differenti ? Affitto a parte ?...perché poi anche il volume di lavoro è diverso. ...
pippuz ha scritto:davidef ha scritto:pippuz ha scritto:Eh già, poi pare ci sia una lieve differenza tra i costi di gestione di un ristorante a Milano e uno a Selvazzano Dentro.
me li indichi nel dettaglio i costi differenti ? Affitto a parte ?...perché poi anche il volume di lavoro è diverso. ...
Beh innanzitutto a Milano ti devi riempire la cantina di Dönnhoff se no a mangiare non viene nessuno.
hansen ha scritto:Franc com'era il Pinot nero selezione 98 di Mancini? è da anni che non l'ho più ribevuto all'epoca lo trovai molto felice forse il più buon italiano nella tipologia di quell'annata come l'hai trovato ora ?
marcolandia ha scritto:pippuz ha scritto:davidef ha scritto:pippuz ha scritto:Eh già, poi pare ci sia una lieve differenza tra i costi di gestione di un ristorante a Milano e uno a Selvazzano Dentro.
me li indichi nel dettaglio i costi differenti ? Affitto a parte ?...perché poi anche il volume di lavoro è diverso. ...
Beh innanzitutto a Milano ti devi riempire la cantina di Dönnhoff se no a mangiare non viene nessuno.
Oggi sei in forma smagliante, Pippuz!
davidef ha scritto:marcolandia ha scritto:pippuz ha scritto:davidef ha scritto:pippuz ha scritto:Eh già, poi pare ci sia una lieve differenza tra i costi di gestione di un ristorante a Milano e uno a Selvazzano Dentro.
me li indichi nel dettaglio i costi differenti ? Affitto a parte ?...perché poi anche il volume di lavoro è diverso. ...
Beh innanzitutto a Milano ti devi riempire la cantina di Dönnhoff se no a mangiare non viene nessuno.
Oggi sei in forma smagliante, Pippuz!
battuta simpatica seppur un pochino prevedibile accidenti......ma magari piacerebbe se possibile avere anche qualche indicazione concreta su questi costi, così per mia curiosità
davidef ha scritto:...il 35% che citavo io di margine chimera è lordo..
davidef ha scritto:pippuz ha scritto:Eh già, poi pare ci sia una lieve differenza tra i costi di gestione di un ristorante a Milano e uno a Selvazzano Dentro.
me li indichi nel dettaglio i costi differenti ? Affitto a parte ?...perché poi anche il volume di lavoro è diverso. ...
il chiaro ha scritto:davidef ha scritto:pippuz ha scritto:Eh già, poi pare ci sia una lieve differenza tra i costi di gestione di un ristorante a Milano e uno a Selvazzano Dentro.
me li indichi nel dettaglio i costi differenti ? Affitto a parte ?...perché poi anche il volume di lavoro è diverso. ...
Davide, la differenza vera la fa l'affitto: a Selvazzano Dentro 100 mq si portano via con 30000 euro all'anno, a Milano 150000 può essere che non bastino. E con 100 mq a Milano, se fai una ristorazione di qualità media, ovvero a cena non giri i tavoli e a pranzo neanche, fai gli stessi coperti che a Selvazzano Dentro.
Ma anche se fai più coperti non è che riesci a farne 5 volte tanti. Non solo, fare tanti coperti significa anche avere più personale.
I veri costi di un ristorante sono i costi fissi, non le materie prime.
claudietto ha scritto:Per finire io non ci vedo nulla di male ad offrire al bicchiere un vino aperto per un altro cliente che non l' ha terminato.
mattiave ha scritto:claudietto ha scritto:Per finire io non ci vedo nulla di male ad offrire al bicchiere un vino aperto per un altro cliente che non l' ha terminato.
Ad offrire nemmeno io. Ma se un altro cliente ha pagato la bottiglia intera, ne ha avanzato metà, ed il resto la vendi in mescita, se permetti, mi girano di brutto...
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