...raramente, dico raramente, sono stato così in disaccordo con quanto scritto da qualcuno. Scusami, Paperofranco, ma la tua è una cacofonia irregimentata che suona tanto di difesa d'ufficio di una categoria come la si vuol "mantenere" in status quo statutario, mentre io la vorrei cambiare dalla radice, soprattutto per quel che rappresenta nella società. Mi irrita, soprattutto, la tua "laude" al cameriere specializzato nella mescita del vino, quindi, mentre il sommelier la vedo come tutt'altra figura, e le gare del cazzo a cui partecipa per avere qualche soldo in più contrattaualmente in caso di successo, per me sono solo coglionate che deprimono l'immagine del sommelier relegandolo ad un cane da riporto ben addestrato. A quando la gara fra notai, oppure chimici, oppure ingegneri elettronici oppure biologi per vedere di scalare la classifica dei meriti professionali mediante giudizio di parte terza di esperti del settore? Ma suvvia, se vogliamo essere seri, facciamolo valorizzando in ben altro modo questa importantissima figura di professionista non della mescita ma della comunicazione. Certo, ripeto, è ben più difficile sostenere questo ruolo culturalmente, ma anche il salto di qualità nell'immaginario collettivo degli appassionati sarebbe di ben piùà grande soddisfazione personale...paperofranco ha scritto:Sai bene che quella da te disegnata è una caricatura funzionale al tuo discorso critico allargato all'associazione, discorso che per altro condivido, ma che rischia di fare di tutta l'erba un fascio e tirare dentro gente di reale valore. Credo che se hai fatto servizio quand'eri giovane e hai frequentato per anni l'AIS, di gente brava, professionisti e non, ne avrai conosciuta almeno quanto me, sicuramente molti di più.
Secondo me un sommelier bravo dà un valore aggiunto che difficilmente può dare un cameriere: fanno una cosa diversa ed ognuno può essere bravo o no, nel proprio lavoro. L'elenco Nelle Nuvole a me sembra di qualità per un bravo sommelier, non di difetti.
C'è oggi in giro, un po' in tutti i campi, una certa tendenza allo svilimento delle competenze, che io trovo preoccupante.
Le gare. Fanno i campionati di tutto, dei pizzaioli, dei gelatai, non vedo perché non dovrebbero farne uno dei sommelier. Potrà interessare o meno, ma è innegabile che per arrivare anche solo a partecipare a quella competizione, occorra una preparazione straordinaria. Leggo sempre con un misto di sgomento e ironia qualche sedicente fenomeno(ogni tanto capita anche qui) che dileggia la figura del sommelier, li vorrei vedere a servire il vino ad una cena di gala o a ragionare davanti ad una platea con il calice in mano, sarei proprio curioso.
Uno stimato sommelier francese diceva qualcosa di questo tipo: "se non sono capace di riconoscere alla cieca un Pauillac o un St. Emilion, come posso consigliare l'uno anziché l'altro in abbinamento con l'agnello?". Io credo che il senso sia, non fare sfoggio di bravura per stupire gli amici, ma avere una padronanza e conoscenza tale della materia vino che può fare la differenza, quando si tratta di mettere quel famoso "valore aggiunto". Ovviamente non è solo questo, qui siamo nella sfera della competenza e della professionalità; la gradevolezza e l'approccio empatico di un sommelier sono un'altra cosa.
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