videodrome ha scritto:Francesismi natalizi
Ogni scusa è buona per aprire qualche bottiglia, a maggior ragione per Natale...
Bollinger Grande Année 2000 (deg genn 2010)Giallo oro, il quadro olfattivo si dispiega su note di agrumi, buccia di mandarino,
miele, note di evoluzione inserite cmq in una quadro di piacevolezza ed armonia, meno presenti note di pasticcieria e burro,
il palato è solleticato da un perlage fine, l'estrazione del frutto è di buona profondità, persistenza ed ottima fattura, sorretta da acidità viva, anche qui agrumi, mandarino, chiusura tra il metallico/sapido ed una nota di mandorla. Difficile essere delusi da GA, da bersi (con soddisfazione) ora, non avrà la longevità della 2002 ma in questo momento rivela essere al giusto grado di maturità.
Etienne Sauzet - Puligny montrachet Les folatières 2007: giallo paglierino con riflessi dorati, al naso emergono note di fiori gialli, camomilla, limone, violetta e lavanda, il sorso è molto sapido, meno floreale che al naso, quasi salino e chiude con pepe bianco (sembra più uno chablis che puligny) note di passaggio in legno totalmente assenti (che in generale mi fanno preferire sauzet a ramonet ad es.). Meno sfaccettato di un Folatières 07 bevuto qualche mese fa (quello era in stato di grazia, questo solamente buono) produttore che apprezzo per costanza qualitativa e precisione.
Domaine Jobard - Mersault Blagny 2005 se Sauzet si contraddistingue per una discreta verticalità, nel mersault sono presenti rotondità e maggiore grassezza.
Giallo oro bello carico, l'olfatto si caratterizza per note di pesca, burro, nocciola, qualche accenno di tostatura. Maggior pressione palatale di sauzet in un quadro di maggior opulenza e rotondità. Maggior profondità estrattiva ma meno preciso di sauzet. Cmq non è andata male considerando che parecchie di queste bottiglie sono affette da ossidazione precoce.
Château Pontet Canet - Pauillac 1996:di color rubino quasi impenetrabile, l'impressione è di essere al cospetto di un vino parecchio rigido, quasi ingessato. ll corredo olfattivo è stabilizzato sulle classiche note vegetali verdi di cabernet. Neppure dopo 3/4 ore si è mosso da queste note piraziniche abbastanza preponderanti. In bocca direi molto giovane, siamo agli inizi dell'evoluzione, il tannino è discretamente risolto ma ancora vigoroso, purtroppo anche il sorso è marcato da sentori linfatico/vegetali che per il momento mettono il frutto rosso in secondo piano. Il potenziale c'è tutto come potenza, acidità, tannino, pare essere all'inizio dell'evoluzione, tuttavia mi pare un vino che difficilmente riuscirà a scrollarsi di dosso quei sentori vegetali. La fattura non mi sembra delle migliori.
Château Leoville Las cases - St. Julien 1993 :
rosso rubino molto vivo, più sgranato e lievi riflessi aranciati sul bordo del Pontet, bella ricchezza olfattiva, profuma di mora, cassis, prugna, nota ematica, terra, finale di cedro e resina, bella terziarizzazione e naso che ti aspetti da bordeaux di rango. Purtroppo molto meno brillante in fase gustativa dove risulta un po' diluito, il frutto è parecchio maturo e soprattutto manca di acidità, in bocca risulta un po' stanco e seduto. Il millesimo non è certo di grande rilievo ma in questo caso azzarderei che la bottiglia non fosse particolarmente in forma.