AUGURI ROSSANESE!

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M. de Hades
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda M. de Hades » 11 gen 2011 18:14

Aramis ha scritto:
Dedalus ha scritto:Bello il gioco di Pigigres, che poi è quello proposto da Armando, per la qual cosa lo ringrazio di cuore, e prendo il suo pezzo come la ventisettesima bottiglia, l'ultimo regalo di compleanno. Regalo di compleanno ancora stagnolato: e se giocassimo alla degustazione coperta virtuale, mettendo un po' alla volta le note?

Per rispondere ad Andrea intorno alle elisioni etcetera, ci gioco anche io:

Dedalus ha scritto:Il naso all'opposto ti fa uno scherzo strano: anziché nasconderti qualche descrittore da districare più o meno faticosamente nel mezzo del flusso alcolico e delle note genericamente vinose, svuota completamente il bicchiere, ci butta dentro una zaffata di aria tersa e calma di scogliera [...]

La trasparenza. Un naso netto è una cosa. Un naso trasparente è un'altra. Quanto sono rari i nasi trasparenti nel vino, in quello rosso? Rarissimi, sono. Vertici assoluti.


Aramis ha scritto:Ci siamo chiesti: “cosa manca?”. Non abbiamo trovato dunque altra risposta che questa: che un “vino di terroir” sia destinato a premiare chi approcci il bicchiere alla ricerca di ciò che non c’è, [...] brilla una latitanza inattesa, uno spazio vuoto, che niente riempie. [...] poco di percepibile rimane in un vino una volta silenziati [...] i lacerti della fermentazione, i riflessi delle umane azioni in vinificazione. L’elisione rivela il terroir nella sua nuda essenza, fatta di dettagli aromatici sussurrati troppo piano


Impossibile non citare l'essenziale, sintetica formula di Luca Mazzoleni, come sempre sul vecchio forum di Porthos, cito a memoria:

Luca Mazzoleni ha scritto:il grande vigneron svuota il vino del varietale e ci fa il ripieno di terroir.


Lo cito perché qui invece io trovo un motivo di distanza e di contraddittorio sia con Armando sia con Luca, a proposito del varietale. In un vero grande vino di autentico terroir il varietale, lo insegna il caso Montalcino, non viene asportato, non è zavorra. Tutt'altro. E' invece carne della stessa carne, sangue dello stesso sangue.

Sintenticamente, mi permetterei di riformulare l'aforisma di Luca:

Dedalus ha scritto:il grande vigneron purifica il varietale del suo vino e ci soffia dentro l'alito del territorio: così prende vita un vino di terroir.


Accolgo con piacere la possibilità del contraddittorio, ma anche considerando la bella modalità con cui il Sangiovese fa sentire la sua presenza a Montalcino, io resto dell'idea che il nome stesso del Brunello di Montalcino ha le ultime due parole delle tre virtualmente sottolineate a gesso grosso con gesto schizoide. di Montalcino. di Montalcino. di Montalcino.
Cioè: "il Brunello (nome dell'uva) QUI viene così. Se qualcosa resta di varietale, cioè a dire qualcosa che il Sangiovese dà anceh ALTROVE, ebbene, purtroppo dovete portare pazienza. Delle attrezzature di cantina nemmeno ne parliamo, se siete d'accordo."
Ecco, il mio legislatore/produttore ideale ragiona così, e questo è per me il senso delle denominazioni di origine e in definitiva il senso del termine territorio, in ambito vitivinicolo. Io non credo nella teoria del triangolo porthosiano: per me il vino di terroir è quello che rinuncia a tutto per mostrare solo di cosa si è nutrito fisicamente; come scrivevo, è roba che sa di poco.



Quindi, portando alle estreme conseguenze questo ragionamento, avrebbe ragione Rivella: quel che conta è Montalcino e sticazzi dei vitigni!

Mmmhhmm.... c'è qualcosa che non mi torna... devo avere male interpretato qualche passaggio... :?
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Aramis » 11 gen 2011 18:33

M. de Hades ha scritto:
Aramis ha scritto:
Dedalus ha scritto:Bello il gioco di Pigigres, che poi è quello proposto da Armando, per la qual cosa lo ringrazio di cuore, e prendo il suo pezzo come la ventisettesima bottiglia, l'ultimo regalo di compleanno. Regalo di compleanno ancora stagnolato: e se giocassimo alla degustazione coperta virtuale, mettendo un po' alla volta le note?

Per rispondere ad Andrea intorno alle elisioni etcetera, ci gioco anche io:

Dedalus ha scritto:Il naso all'opposto ti fa uno scherzo strano: anziché nasconderti qualche descrittore da districare più o meno faticosamente nel mezzo del flusso alcolico e delle note genericamente vinose, svuota completamente il bicchiere, ci butta dentro una zaffata di aria tersa e calma di scogliera [...]

La trasparenza. Un naso netto è una cosa. Un naso trasparente è un'altra. Quanto sono rari i nasi trasparenti nel vino, in quello rosso? Rarissimi, sono. Vertici assoluti.


Aramis ha scritto:Ci siamo chiesti: “cosa manca?”. Non abbiamo trovato dunque altra risposta che questa: che un “vino di terroir” sia destinato a premiare chi approcci il bicchiere alla ricerca di ciò che non c’è, [...] brilla una latitanza inattesa, uno spazio vuoto, che niente riempie. [...] poco di percepibile rimane in un vino una volta silenziati [...] i lacerti della fermentazione, i riflessi delle umane azioni in vinificazione. L’elisione rivela il terroir nella sua nuda essenza, fatta di dettagli aromatici sussurrati troppo piano


Impossibile non citare l'essenziale, sintetica formula di Luca Mazzoleni, come sempre sul vecchio forum di Porthos, cito a memoria:

Luca Mazzoleni ha scritto:il grande vigneron svuota il vino del varietale e ci fa il ripieno di terroir.


Lo cito perché qui invece io trovo un motivo di distanza e di contraddittorio sia con Armando sia con Luca, a proposito del varietale. In un vero grande vino di autentico terroir il varietale, lo insegna il caso Montalcino, non viene asportato, non è zavorra. Tutt'altro. E' invece carne della stessa carne, sangue dello stesso sangue.

Sintenticamente, mi permetterei di riformulare l'aforisma di Luca:

Dedalus ha scritto:il grande vigneron purifica il varietale del suo vino e ci soffia dentro l'alito del territorio: così prende vita un vino di terroir.


Accolgo con piacere la possibilità del contraddittorio, ma anche considerando la bella modalità con cui il Sangiovese fa sentire la sua presenza a Montalcino, io resto dell'idea che il nome stesso del Brunello di Montalcino ha le ultime due parole delle tre virtualmente sottolineate a gesso grosso con gesto schizoide. di Montalcino. di Montalcino. di Montalcino.
Cioè: "il Brunello (nome dell'uva) QUI viene così. Se qualcosa resta di varietale, cioè a dire qualcosa che il Sangiovese dà anceh ALTROVE, ebbene, purtroppo dovete portare pazienza. Delle attrezzature di cantina nemmeno ne parliamo, se siete d'accordo."
Ecco, il mio legislatore/produttore ideale ragiona così, e questo è per me il senso delle denominazioni di origine e in definitiva il senso del termine territorio, in ambito vitivinicolo. Io non credo nella teoria del triangolo porthosiano: per me il vino di terroir è quello che rinuncia a tutto per mostrare solo di cosa si è nutrito fisicamente; come scrivevo, è roba che sa di poco.



Quindi, portando alle estreme conseguenze questo ragionamento, avrebbe ragione Rivella: quel che conta è Montalcino e sticazzi dei vitigni!

Mmmhhmm.... c'è qualcosa che non mi torna... devo avere male interpretato qualche passaggio... :?


Sto dicendo esattamente il contrario, non confondere "vitigno" con "varietale".
Io penso che in ciascun territorio ci siano PIU' vitigni in grado di dare origine ad un risultato simile. Prova a mettere alla cieca uno Chablis da marna tipo kimmeridge di Laurent Tribut e un Sancerre di chi ti pare fatto sul kimmeridge dei Monts Damnés. Può non essere facile distinguerli, nonostante uno sia addirittura un Sauvignon in purezza.
Il Rivella del tuo esempio, del resto, non sostiene affatto la possibilità di contaminazioni nel nome del terroir, o di una possibile fungibilità del vitigno nella nostra ottica; ma, al contrario, lo fa con l'occhio rivolto alla costruzione di un vino SVINCOLATO dal terroir; è di tutta evidenza, oggi come dieci anni fa.

Ultima cosa, fondamentale per me: io non ho detto e non penso che la tipologia "vino di terroir" coincida con la categoria "vino buono", né che "varietale" sia un aggettivo negativo. Io ho solo cercato di spiegare cosa debba essere per me un vino "di terroir", con intento descrittivo, analitico, e basta. Bevo vini varietali con grande goduria e questa brama di - come dice De Hades - dissezione ce l'ho solo raramente. Però l'idea nella mia testa sta ormai in piedi da sola, sostenuta da un numero di assaggi che per me è sufficiente.
Ultima modifica di Aramis il 11 gen 2011 18:37, modificato 1 volta in totale.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Dedalus » 11 gen 2011 18:36

vinogodi ha scritto:mi sembra , il tutto e però , un tantino esagerato . Non pensate di avere avuto una leggera ipnosi collettiva da sorpresa?


Io parlo per me. No, non penso.

Non penso perché il vino era stagnolato davvero, doppia cieca carpiata totale, e Luca che l'aveva portato è rimasto muto ed inespressivo come una sfinge per tutto il tempo, fino a che io non ho detto: "questo è un Rossese".

Non penso perché l'ultimo mezzo dito di vino me lo sono tenuto fermo nel fondo della bottiglia per quattro giorni, per far calare prima i fumi dell'alcool, dopo la cottura del palato, ed infine l'abbrivio emotivo della serata. E - pum! - il vino dopo quattro giorni a bottiglia aperta era ancora lui. La nota parla di quel fondino lì persino di più del vino aperto insieme agli altri, quindi figurati.

Soprattutto, non penso perché non era una sorpresa. Non è mica la prima volta che mi capitano di queste folgorazioni, con un Rossese di Dolceacqua. Le altre due, quelle sì furono inaspettate. Come è obiettivamente normale, parlando di Rossese. Una, il 1988 di Biamonti già ricordato in precedenza. L'altra, il Bricco Arcagna 1996 di Terre Bianche, aperto una sera da solo davanti alla tv, tirato su dalla cantina con la stessa aria di sufficienza e scetticismo che leggo qui nelle tue righe, in quelle di Alì65, di palma e di altri. Nonostante l'avessi già bevuto prima un'altra volta, nonostante avessi già bevuto prima anche il 1997, che gli è persino superiore pensavo: "massì, è un Rossese, mica mi faccio fuori una boccia importante, va bene per una serata così: stuzzichini, blockbuster e Rossese. E invece, nel silenzio, nel vuoto di pensieri, nella distrazione dai modelli qualitativi e dalle gerarchie stabilizzate, nell'assenza di pre-giudizio, ecco la rivelazione, la verità. Il vuoto è da anni nella parata d'onore della mia cantina. Guarda tu fra quali altre bottiglie gli tocca stare.

Immagine

p.s. : ovviamente l'Alto Piemonte ha una parata d'onore a parte, tutte non ci stavano... :mrgreen:
Ultima modifica di Dedalus il 11 gen 2011 18:48, modificato 1 volta in totale.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda M. de Hades » 11 gen 2011 18:45

Aramis ha scritto:Sto dicendo esattamente il contrario, non confondere "vitigno" con "varietale".
Io penso che in ciascun territorio ci siano PIU' vitigni in grado di dare origine ad un risultato simile. Prova a mettere alla cieca uno Chablis da marna tipo kimmeridge di Laurent Tribut e un Sancerre di chi ti pare fatto sul kimmeridge dei Monts Damnés. Può non essere facile distinguerli, nonostante uno sia addirittura un Sauvignon in purezza.
Il Rivella del tuo esempio, del resto, non sostiene affatto la possibilità di contaminazioni nel nome del terroir, o di una possibile fungibilità del vitigno nella nostra ottica; ma, al contrario, lo fa con l'occhio rivolto alla costruzione di un vino SVINCOLATO dal terroir; è di tutta evidenza, oggi come dieci anni fa.

Ultima cosa, fondamentale per me: io non ho detto e non penso che la tipologia "vino di terroir" coincida con la categoria "vino buono", né che "varietale" sia un aggettivo negativo. Io ho solo cercato di spiegare cosa debba essere per me un vino "di terroir", con intento descrittivo, analitico, e basta. Bevo vini varietali con grande goduria e questa brama di - come dice De Hades - dissezione ce l'ho solo raramente. Però l'idea nella mia testa sta ormai in piedi da sola, sostenuta da un numero di assaggi che per me è sufficiente.



Se non ho capito male ancora una volta, dunque, il varietale "puro" di un vitigno, inteso come idealtipo, non esiste "naturalmente", nel senso che esistono invece diverse espressioni di un medesimo vitigno che dipendono dalle caratteristiche del territorio (intenso in senso geologico e climatico) nel quale viene coltivato.
A questo punto il vino varietale "puro" sarebbe meramente il frutto di tecniche enologiche volte ad esaltare certe caratteristiche considerate "mediamente" quelle tipiche di un determinato vitigno (e di comodi esempi ce ne sarebbero a iosa fra tanti Sauvignon prodotti fino all'altro ieri e, fortunatamente, un po' meno oggi).
E, punto ancora più importante, la forza del territorio sarebbe così forte da imporsi con evidenza su qualsiasi vitigno (ma a questo punto mi viene da chiedere che ruolo giocano in questo risultato le tecniche di vinificazione).
Mi sono avvicinato almeno un po' al tuo pensiero o non ho capito un beneamato come al solito?
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Palma » 11 gen 2011 18:46

Rossano solo per chiarezza, scetticismo sì, sufficienza no. Nel senso che penso sia difficile che trovi una bottiglia che mi faccia vivere le sensazioni da voi provate, ma senza averlo bevuto non mi posso davvero esprimere. La curiosità di assaggiarlo, qualche battuta a parte (io sul vino sono solito scherzarci) è molta. Vi stimo come bevitori (degustatori è un termine che non amo), ma ovviamente prima di prendervi in parola al 100% vorrei provare di persona e come già detto, mi farebbe davvero piacere se quel vino riuscisse a sorprendermi.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 11 gen 2011 18:50

Palma ha scritto:Rossano solo per chiarezza, scetticismo sì, sufficienza no. Nel senso che penso sia difficile che trovi una bottiglia che mi faccia vivere le sensazioni da voi provate, ma senza averlo bevuto non mi posso davvero esprimere. La curiosità di assaggiarlo, qualche battuta a parte (io sul vino sono solito scherzarci) è molta. Vi stimo come bevitori (degustatori è un termine che non amo), ma ovviamente prima di prendervi in parola al 100% vorrei provare di persona e come già detto, mi farebbe davvero piacere se quel vino riuscisse a sorprendermi.

Ti farebbe piacere si, vecchio porco. :lol:

Io Perrino l'ho sempre ritenuto un po' più rustico rispetto ad esempio a Terre Bianche, non ho ancora assaggiato il Bricco Arcagna 2008 (però ho sentito più volte il base 2008 che è buonissimo).
Fossi in te proverei con quello.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda l'oste » 11 gen 2011 18:54

Solo come osservazione generale, è passata quasi una settimana e di polemiche e frecciatine se ne sono lette tante di ogni genere, ma non c'è stato ancora nessuno che si sia attivato con successo per trovare e bere questo fantomatico Rossese 2004...
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Pigigres » 11 gen 2011 18:56

l'oste ha scritto:Solo come osservazione generale, è passata quasi una settimana e di polemiche e frecciatine se ne sono lette tante di ogni genere, ma non c'è stato ancora nessuno che si sia attivato con successo per trovare e bere questo fantomatico Rossese 2004...


Alcuni c'e l'hanno il 2004, solo che non siamo più nemmeno sicuri che si tratti dell'annata giusta dal momento che le etichette non coincidono! :lol: :lol: :lol:
Io l'ho detto, l'unica è andare a fare un salto giù a Dolceacqua!
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda andrea » 11 gen 2011 18:57

Palma ha scritto:Rossano solo per chiarezza, scetticismo sì, sufficienza no. Nel senso che penso sia difficile che trovi una bottiglia che mi faccia vivere le sensazioni da voi provate, ma senza averlo bevuto non mi posso davvero esprimere. La curiosità di assaggiarlo, qualche battuta a parte (io sul vino sono solito scherzarci) è molta. Vi stimo come bevitori (degustatori è un termine che non amo), ma ovviamente prima di prendervi in parola al 100% vorrei provare di persona e come già detto, mi farebbe davvero piacere se quel vino riuscisse a sorprendermi.

Fabrizio, con te è difficile trovare un esempio perché hai bevuto tutto ed il contrario di tutto ma se leggessi le note di una degustazione dove magnificano un vino, che so io, il Ace of Spades di De Brignac, o il Cesare Alberto di Serenelli, o il Kupra, saresti altrettanto scettico?
A me se dicono che Le Pin è strepitoso non sarei scettico, magari leggo le descrizioni e mi faccio l'opinione che per me non sarebbe altrettanto strepitoso...
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Dedalus » 11 gen 2011 18:58

Palma ha scritto:Rossano solo per chiarezza, scetticismo sì, sufficienza no. Nel senso che penso sia difficile che trovi una bottiglia che mi faccia vivere le sensazioni da voi provate, ma senza averlo bevuto non mi posso davvero esprimere. La curiosità di assaggiarlo, qualche battuta a parte (io sul vino sono solito scherzarci) è molta. Vi stimo come bevitori (degustatori è un termine che non amo), ma ovviamente prima di prendervi in parola al 100% vorrei provare di persona e come già detto, mi farebbe davvero piacere se quel vino riuscisse a sorprendermi.


Anche la sufficienza, perché no.

Ci sono i vini che -per quanto possano risultare brutali l'espressione e l'idea- pigliano 10, quelli che pigliano 7 e mezzo, quelli che pigliano 6 (sufficienza), e quelli che beccano 4 e vanno dietro la lavagna.

Non è mica fare discriminazione o dimostrarsi classisti. E' obiettività. Altrimenti non avrebbe più alcun senso affermare con fermezza (ridondando) l'eccellenza della bottiglia, del vitigno e della denominazione che improvvisamente dentro il bicchiere si staccano dall'aurea mediocritas dei tanti vini buoni-e-basta, per accedere alla schiera dei vini eccellenti, assoluti, grandi-e-basta.

Ovvio che fino a che tu quella percezione non ce l'hai avuta direttamente, non puoi che esercitare un giusto scetticismo, non puoi che tenerti su una comprensibile sufficienza. Altrimenti che facciamo, sostituiamo l'auctoritas pubblica ed ufficiale dei grandi giornalisti risibili solo perché non li si conosce direttamente alla pretesa di un'uguale auctoritas privata e ufficiosa della conoscenza diretta?

La dialettica del grande vino non funziona all'insegna del chiodo scaccia chiodo, penso io. :)
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda andrea » 11 gen 2011 18:59

l'oste ha scritto:Solo come osservazione generale, è passata quasi una settimana e di polemiche e frecciatine se ne sono lette tante di ogni genere, ma non c'è stato ancora nessuno che si sia attivato con successo per trovare e bere questo fantomatico Rossese 2004...

Immagine :wink:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Dedalus » 11 gen 2011 19:03

Pigigres ha scritto:
l'oste ha scritto:Solo come osservazione generale, è passata quasi una settimana e di polemiche e frecciatine se ne sono lette tante di ogni genere, ma non c'è stato ancora nessuno che si sia attivato con successo per trovare e bere questo fantomatico Rossese 2004...


Alcuni c'e l'hanno il 2004, solo che non siamo più nemmeno sicuri che si tratti dell'annata giusta dal momento che le etichette non coincidono! :lol: :lol: :lol:
Io l'ho detto, l'unica è andare a fare un salto giù a Dolceacqua!


A disinnescare questo dubbio, che non può essere cancellato per i motivi detti ma che non credo possa diventare il tema dominante: Luca che l'ha portato l'ha trovato perfettamente rispondente al 2004 "regolare" degustato in cantina. Anzi, l'ha portato apposta per verificare se la sua impressione di enorme qualità avuta in cantina, con tutti i condizionamenti che ci possono essere, tenesse al banco di prova di una degustazione doppia cieca con tanti altri assaggiatori stimati intorno allo stesso tavolo.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Pigigres » 11 gen 2011 19:06

Dedalus ha scritto:
Pigigres ha scritto:
l'oste ha scritto:Solo come osservazione generale, è passata quasi una settimana e di polemiche e frecciatine se ne sono lette tante di ogni genere, ma non c'è stato ancora nessuno che si sia attivato con successo per trovare e bere questo fantomatico Rossese 2004...


Alcuni c'e l'hanno il 2004, solo che non siamo più nemmeno sicuri che si tratti dell'annata giusta dal momento che le etichette non coincidono! :lol: :lol: :lol:
Io l'ho detto, l'unica è andare a fare un salto giù a Dolceacqua!


A disinnescare questo dubbio, che non può essere cancellato per i motivi detti ma che non credo possa diventare il tema dominante: Luca che l'ha portato l'ha trovato perfettamente rispondente al 2004 "regolare" degustato in cantina. Anzi, l'ha portato apposta per verificare se la sua impressione di enorme qualità avuta in cantina, con tutti i condizionamenti che ci possono essere, tenesse al banco di prova di una degustazione doppia cieca con tanti altri assaggiatori stimati intorno allo stesso tavolo.


andreaaaaaa :lol:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 11 gen 2011 19:11

Pigigres ha scritto:
l'oste ha scritto:Solo come osservazione generale, è passata quasi una settimana e di polemiche e frecciatine se ne sono lette tante di ogni genere, ma non c'è stato ancora nessuno che si sia attivato con successo per trovare e bere questo fantomatico Rossese 2004...


Alcuni c'e l'hanno il 2004, solo che non siamo più nemmeno sicuri che si tratti dell'annata giusta dal momento che le etichette non coincidono! :lol: :lol: :lol:
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Lo ripeto: ho bevuto il 2007 l'altro ieri e ieri sera. Il vino è quello.
E il 2007 non è una annata come 2004 e 2008 per Reddy Sweetwater ... suona più figo così ? :lol:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 11 gen 2011 19:14

Comunque io a Dolceacqua ci vengo, ecco. Con annessa capra e fagioli da Delio.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 11 gen 2011 19:16

Altrimenti serata Rossese da Francone.
Oppure serata Rossese - Pinot nero.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Nebbiolino » 11 gen 2011 19:28

pippuz ha scritto: non ho ancora assaggiato il Bricco Arcagna 2008


Assolutamente godereccio.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Aramis » 11 gen 2011 19:30

Provo a dirti la mia per punti, poi per tua fortuna devo chiudere. :lol:

M. de Hades ha scritto:Se non ho capito male ancora una volta, dunque, il varietale "puro" di un vitigno, inteso come idealtipo, non esiste "naturalmente", nel senso che esistono invece diverse espressioni di un medesimo vitigno che dipendono dalle caratteristiche del territorio (intenso in senso geologico e climatico) nel quale viene coltivato.

Non direi; il varietale esiste eccome, si può enfatizzare in vari modi, ad es. con la scelta del tempo vendemmiale o con l'adozione di - dico per dire - criomacerazioni; ne cambia la descrivibilità anche a seconda del grado di maturazione.
Il Cabernet Franc sa di fieno? Si/no? Molti direbbero di sì e direbbero che è un tratto "varietale". Ma il Franc di Cheval Blanc sa di fieno? No.

M. de Hades ha scritto:A questo punto il vino varietale "puro" sarebbe meramente il frutto di tecniche enologiche volte ad esaltare certe caratteristiche considerate "mediamente" quelle tipiche di un determinato vitigno (e di comodi esempi ce ne sarebbero a iosa fra tanti Sauvignon prodotti fino all'altro ieri e, fortunatamente, un po' meno oggi).

Può esserlo, non sempre lo è (vedi punto precedente).

M. de Hades ha scritto:E, punto ancora più importante, la forza del territorio sarebbe così forte da imporsi con evidenza su qualsiasi vitigno.

No, vedi punto su Rivella. Non su qualsiasi vitigno. Sì, sul vitigno/i vitigni particolarmente sensibili ad un dato territorio, in genere quello dove allignano da più tempo o vi sono addirittura nati. E sempre che si verifichi il punto successivo e finale.
M. de Hades ha scritto:(ma a questo punto mi viene da chiedere che ruolo giocano in questo risultato le tecniche di vinificazione)

Decisivo. Quella del vino di terroir l'ho infatti definita una "strada impervia", ma dunque qualcuno dovrà pur percorrerla; Mazzoleni parla di insufflazione del terroir da parte del vigneron; in verità, e conosco una pletora di esempi, l'attività di enfatizzazione del terroir è una "non attività", e infatti in genere i vini che tanto emozionano parecchi degli intervenuti, ed in primis il festeggiato, sono confezionati da personaggi che o non hanno la più vaga idea di cosa noi si stia parlando, oppure agiscono per scelta in modo poco o nulla "interventista", in maniera semplice, in qualche caso arcaica; penso ad esempio, per non fermarsi al Rossese di Perrino, ai tanti Vatan, Cotat, Tribut, Engel, Truchot-Martin, Mascarello Mauro, Ollivier, Soldera, Boncompagni-Ludovisi, Giacosa, Reynaud.
Tutti autori di vini che trascendono, non stravolgono, trascendono, il mero dato varietale. Che non ci si limitano, ecco; e il terroir lo ANNULLA. Rendendosene conto o no, non importa. Il naso di Rayas è varietale? Conta più il Nebbiolo, l'Asili, o Giacosa in un Asili di Giacosa? Per me Giacosa conta perché sceglie di "liberare" gli Asili dal Nebbiolo, e ci riesce ATTRAVERSO il Nebbiolo, che è strumento e non fine ultimo; nella stesura de L'Infinito, non conta l'inchiostro.
Ultima modifica di Aramis il 11 gen 2011 19:32, modificato 1 volta in totale.
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pippuz
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda pippuz » 11 gen 2011 19:31

Nebbiolino ha scritto:
pippuz ha scritto: non ho ancora assaggiato il Bricco Arcagna 2008


Assolutamente godereccio.

98 o 99 punti ? :lol:
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda M. de Hades » 11 gen 2011 19:35

Aramis ha scritto: nella stesura de L'Infinito, non conta l'inchiostro.



Sono d'accordissimo: quel che conta, alla fine, è solo quanto dolce risulti il naufragar.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda de magistris » 11 gen 2011 19:37

Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:Rossano solo per chiarezza, scetticismo sì, sufficienza no. Nel senso che penso sia difficile che trovi una bottiglia che mi faccia vivere le sensazioni da voi provate, ma senza averlo bevuto non mi posso davvero esprimere. La curiosità di assaggiarlo, qualche battuta a parte (io sul vino sono solito scherzarci) è molta. Vi stimo come bevitori (degustatori è un termine che non amo), ma ovviamente prima di prendervi in parola al 100% vorrei provare di persona e come già detto, mi farebbe davvero piacere se quel vino riuscisse a sorprendermi.


Anche la sufficienza, perché no.

Ci sono i vini che -per quanto possano risultare brutali l'espressione e l'idea- pigliano 10, quelli che pigliano 7 e mezzo, quelli che pigliano 6 (sufficienza), e quelli che beccano 4 e vanno dietro la lavagna.

Non è mica fare discriminazione o dimostrarsi classisti. E' obiettività. Altrimenti non avrebbe più alcun senso affermare con fermezza (ridondando) l'eccellenza della bottiglia, del vitigno e della denominazione che improvvisamente dentro il bicchiere si staccano dall'aurea mediocritas dei tanti vini buoni-e-basta, per accedere alla schiera dei vini eccellenti, assoluti, grandi-e-basta.

Ovvio che fino a che tu quella percezione non ce l'hai avuta direttamente, non puoi che esercitare un giusto scetticismo, non puoi che tenerti su una comprensibile sufficienza. Altrimenti che facciamo, sostituiamo l'auctoritas pubblica ed ufficiale dei grandi giornalisti risibili solo perché non li si conosce direttamente alla pretesa di un'uguale auctoritas privata e ufficiosa della conoscenza diretta?

La dialettica del grande vino non funziona all'insegna del chiodo scaccia chiodo, penso io. :)


Caro Rossano, mi sono morso le dita dieci volte finora ma non posso fare a meno di dire la mia.
Al di là delle schermaglie personali, c'è un sottotesto per tutto il thread che mi sembra allucinante, che trova un filo rosso soprattutto negli interventi tuoi e di francesco, ma non solo. Questa contrapposizione amatori Vs professionisti, bevitori dal basso Vs auctoritas, neo-illuminati Vs aristocrazia immobile. Come se esistesse un'unica indistinta categoria di professionisti-auctoritas-soloni, con la cravatta di paperino che danno il biscottino al cometa di planeta e non capiscono una cippa di quanto è profondo il mare del terroir e dell'estetica. Ma di che cosa stiamo parlando?
Il vero amatore, come dovremmo esserlo tutti qui dentro, non dovrebbe avere questa ossessione, perché di ossessione perenne e perdipiù negata si tratta a mio avviso.
Il vero amatore non si mette al di sopra del vino, come state facendo anche voi, probabilmente inconsciamente, con questo rossese. Perché per me è mettersi al di sopra del vino tutte le volte che la questione diventa chi ha parlato prima di una certa cosa, come tutte le volte che nell'entusiasmo si divide il mondo fra buoni e cattivi, chi ha fatto l'esperienza più sconvolgente-esclusiva e chi no, competenti e incompetenti, portatori di un'estetica di serie a e di serie b. Come tutte le volte che la scoperta-promozione della novità diventa uno spot per sé stessi e solo ipocritamente di chi ci ha lavorato a quel nuovo vino e quella nuova azienda (tanto tra un mese ne troverò un altro...)
Ma quanti sono i veri amatori rimasti? E quanti sono quelli che nella definizione cercano solo una comoda ma ingannevole coperta di Linus per poter dire tutto e il contrario di tutto, maturando più ansie ed ambizioni dell'odiato professionista stesso? Eppure non dovrebbe essere difficile oggi crearsi una propria finestra editoriale, quanti appassionati-critici che contano hanno iniziato solo con un semplice blog?
E' un discorso assai più lungo e complicato di quanto si possa ridurre in poche righe, ma penso che sono riuscito a farti almeno intuire il senso principale.
ciao :D
Paolo De Cristofaro

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Auspico una guida che non metta i vini DRC al vertice. Sarà la migliore. (Edoardo Francvino)
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Pigigres » 11 gen 2011 19:46

de magistris ha scritto:Caro Rossano, mi sono morso le dita dieci volte finora ma non posso fare a meno di dire la mia.
Al di là delle schermaglie personali, c'è un sottotesto per tutto il thread che mi sembra allucinante, che trova un filo rosso soprattutto negli interventi tuoi e di francesco, ma non solo. Questa contrapposizione amatori Vs professionisti, bevitori dal basso Vs auctoritas, neo-illuminati Vs aristocrazia immobile. Come se esistesse un'unica indistinta categoria di professionisti-auctoritas-soloni, con la cravatta di paperino che danno il biscottino al cometa di planeta e non capiscono una cippa di quanto è profondo il mare del terroir e dell'estetica. Ma di che cosa stiamo parlando?
Il vero amatore, come dovremmo esserlo tutti qui dentro, non dovrebbe avere questa ossessione, perché di ossessione perenne e perdipiù negata si tratta a mio avviso.
Il vero amatore non si mette al di sopra del vino, come state facendo anche voi, probabilmente inconsciamente, con questo rossese. Perché per me è mettersi al di sopra del vino tutte le volte che la questione diventa chi ha parlato prima di una certa cosa, come tutte le volte che nell'entusiasmo si divide il mondo fra buoni e cattivi, chi ha fatto l'esperienza più sconvolgente-esclusiva e chi no, competenti e incompetenti, portatori di un'estetica di serie a e di serie b. Come tutte le volte che la scoperta-promozione della novità diventa uno spot per sé stessi e solo ipocritamente di chi ci ha lavorato a quel nuovo vino e quella nuova azienda (tanto tra un mese ne troverò un altro...)
Ma quanti sono i veri amatori rimasti? E quanti sono quelli che nella definizione cercano solo una comoda ma ingannevole coperta di Linus per poter dire tutto e il contrario di tutto, maturando più ansie ed ambizioni dell'odiato professionista stesso? Eppure non dovrebbe essere difficile oggi crearsi una propria finestra editoriale, quanti appassionati-critici che contano hanno iniziato solo con un semplice blog?
E' un discorso assai più lungo e complicato di quanto si possa ridurre in poche righe, ma penso che sono riuscito a farti almeno intuire il senso principale.
ciao :D


Ma che cosa stai dicendo, Paolo?
Prima di risponderti, visto che hai nominato anche me, mi potresti trovare, per cortesia, i post da cui trai queste (tristi) conclusioni?
Grazie.
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Francvino » 11 gen 2011 19:52

Pigigres ha scritto:
Ma che cosa stai dicendo, Paolo?
Prima di risponderti, visto che hai nominato anche me, mi potresti trovare, per cortesia, i post da cui trai queste (tristi) conclusioni?
Grazie.


Sei troppo giovane (forumisticamente parlando) per capire di primo acchito.
Volendo fare l'oracolo ti darei una risposta del tipo...." è tutto scritto nel forum di Porthos"....
La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere. [Gustav Mahler]
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda M. de Hades » 11 gen 2011 19:55

Francvino ha scritto:Volendo fare l'oracolo ti darei una risposta del tipo...." è tutto scritto nel forum di Porthos"....



Sì, vabbè... così è facile fare l'oracolo.... questo lo sanno pure i bambini....
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Re: AUGURI ROSSANO!

Messaggioda Pigigres » 11 gen 2011 19:57

Francvino ha scritto:
Pigigres ha scritto:
Ma che cosa stai dicendo, Paolo?
Prima di risponderti, visto che hai nominato anche me, mi potresti trovare, per cortesia, i post da cui trai queste (tristi) conclusioni?
Grazie.


Sei troppo giovane (forumisticamente parlando) per capire di primo acchito.
Volendo fare l'oracolo ti darei una risposta del tipo...." è tutto scritto nel forum di Porthos"....


Cioè Paolo ha interpretato questo 3d come un dire: "vedete che noi già l'avevamo già detto anni fa che il Rossese può essere grande?"

Beh, per gli altri non so, ma io Porthos l'avrò leggiucchiato 3-4 volte in vita mia e non c'ho nemmeno mai scritto.
Per quanto mi riguarda, mi sono appassionato al 3d perché gli argomenti trattati, i vini bevuti e le persone che vi han scritto mi hanno affascinato.
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