Messaggioda zampaflex » 21 set 2018 19:49
Appunti della serata.
Si innamora della champagne, gli viene l'idea con altri amici di produrre delle bolle, e si trova da solo già dopo il primo anno (in vigna si fatica, eh). Parte con due terreni, da poco diventati tre, con suoli differenti e in zone diverse ma accomunati dall'esposizione (est e nord-est) e dalla presenza di buona ventilazione. Studia i cloni di Pinot Nero, e solo quello, più adatti per la spumantizzazione, legge molti blog di produttori anche anglosassoni ("non avete idea di quante informazioni ci siano a disposizione") imparando molto pure sulla coltivazione, si dà da fare molto, ma fin dall'inizio sa a quale modello tendere. Dal primo anno di produzione, 2001, comincia a formare una solera per vin de réserve e liqueur, di cui ora gestisce non più di sei annate consecutive.
Riserva che entrerà in quote via via decrescenti nella produzione, ora siamo al massimo all'8%.
Meno prodotti possibili in vigna, controllo accurato dello stato fitosanitario che sul PN è a forte rischio, dovuta attenzione agli sfoltimenti.
Quando vinifica in bianco pressa (in torchio, no pneumatica) con i raspi perché trattengano le bucce e non trasferiscano antociani e particelle, in modo da non dovere chiarificare o facendolo il meno possibile.
No malo, e quindi alta acidità e solforosa totale bassa (40mg).
Non c'è indicazione dell'annata di produzione non essendo totalmente millesimati, anche se oramai lo sono in gran parte.
Bevuto :
TRE BIANCO brut, sboccatura 11/17
Facile, su brioche, miele, cannella, metalli, scorza d'arancia. Ruvido e un po' scomposto, ritorna mela, più acido che sapido. Da caldo sembra molto borgognone, manco fosse uno chardo: burro, violetta. Discreto.
TRE ROSE' sboccatura 02/18 15% di riserva
Fragoloso, legni nobili, frutta secca, anice e zenzero. Bocca vispa e compatta, grande chiusura salina (dal nuovo terreno nei Colli Euganei). Minore complessità ma maggiore vigore. Aggressivo, va lasciato riposare. Interessante.
QUATTRO brut ma con dosaggio superiore (6,5 gr) sboccatura 11/17
Intenso, sul floreale e agrumi: cedro, lime. Erbe di prato.
Il dosaggio qui arrotonda molto, ma mi sa che c'entra anche l'annata. Piacione, ruffianetto, l'alcool però esce. A caldo si slega un po'. Per i neofiti e i disinteressati, quasi da aperitivo.
CINQUE pas dosé, sboccatura 02/18
Vegetale, agrumi, gesso, citronella. Stretto, verticale, attivo. Centro bocca acquoso e carente di forza, chiusura che raschia, sapore che si inabissa. Da caldo, canditi, e regge sostanzialmente bene. Buonino.
SEI extra brut, sboccatura 11/17
Cereale, alcool, naso che a me non è piaciuto, forse boccia imperfetta.
Subito ritorni di caffé e cacao, abbastanza facile e immediato da leggere, con struttura robusta e che ha raggiunto una buona integrazione. Meno appariscente ma di maggior pregio. Sapido, però poi fatica. Medio.
SETTE ROSE' sboccatura 02/18
Marzapane, gomma, zagara, gesso, caffé. Miele d'acacia. Bene intensità e stratificazione.
Bolla agitata, sorso saporito, tanti amari fini. Non coprente ma di buona lunghezza, bella complessità. Ritorni di china, bucce, poi anice e bella persistenza. Buon prodotto, piaciuto.
IL GRANDE QUATTRO
Supersolera, nel senso che ha preso ad un certo punto tutti gli avanzi di riserve rimasti, li ha assemblati, li ha dosati e messi quattro anni sui lieviti.
Acciuga, salmastro, fiori. Bocca tonica, durezze ben bilanciate. Evidente mela verde, agrume; magro e scattante. Non lunghissimo ma intrigante. Buon prodotto anche lui, invitante.
OTTO sboccatura 07/10
Dalle prime due vendemmie, da magnum, vigne giovanissime. Oro carico, perlage fine e duraturo.
Bel naso, ma è la retro che lo identifica come un cavallo di razza. Foglia di menta, tante erbe e radici dalla genziana alla camomilla al rabarbaro. Grande persistenza e suadenza. Molto buono. Non in commercio.
Non progredi est regredi