Meno male che il Chicco c'è...!!!
FInalmente trovo qualcuno che "ascolta" il bicchiere e dice quel che ci trova dentro senza assecondare miti e leggende.
Ho avuto una passeggera infatuazione, a fine anni '80, per il "grappaiol angelico" di Neive. Non sapevamo cosa fosse lo storytelling, ma già funzionava bene... E soprattutto gli assaggi di grappe e distillati inseriti nel database della memoria erano ancora pochi, così come quindi i termini di paragone.
In realtà avendo potuto poi nel tempo scoprire cosa significa distillare bene, è chiaro che parlare oggi delle grappe di Levi (quelle fatte da lui, quelle successive mai sentite né sono interessato a farlo) non può che suscitare tenerezza verso il personaggio, il tempo andato, i nostri gusti di allora ancora da tarare...
Si tratta di prodotti con molti problemi, la maggior parte dei quali dovuti proprio alla modalità di distillazione, con sentori spesso estremi se non sgradevoli, chimici, di bruciato, insomma tutto poco piacevole, tranne rare eccezioni.
In Piemonte ahimé è ormai impresa ardua trovare grappe plausibili, Barile ha chiuso, mi dicono, e di altri non saprei chi scegliere.
Capovilla grandissimo, anche se si diverte di più con la frutta. Gobetti un mondo a sé. Certe cose di Pojer da capottare, ma si trovano quasi solo a Faedo. Poco altro, ma può bastare.